9 Maggio 2016

Aggiornamenti dall’Ecuador

 

Il terremoto che ha colpito l’Ecuador il 18 aprile scorso ha causato 662 morti, 32 dispersi e circa 4.600 feriti, più di 9.000 edifici distrutti e ha colpito quasi 750.000 persone.

Nei giorni dopo la prima scossa si sono registrate più di 500 scosse di assestamento tra il 4 e 5 grado della scala Richter, che hanno conseguentemente rallentato le operazioni di soccorso e contribuito ad aggravare i clima di incertezza e paura degli abitanti.

Il nostro personale ha installato una base operativa a Portoviejo, una città di 300.000 abitanti tra le più colpite, verificando che i bisogni più urgenti della popolazione sono garantire rifugi e acqua potabile.

Il rischio di infezioni e malattie tra coloro che si sono rifugiati in campi per sfollati e rifugi di emergenza è infatti molto alto: si parla di 22.000 persone già sistemate in 17 rifugi e 59 accampamenti temporanei lungo la costa, dove la mancanza di bagni e docce adeguate è un problema molto grave, mentre l’accesso all’acqua potabile resta un problema anche per coloro che sono rimasti nelle proprie case ma hanno tubature e impianti di idrici distrutti.

Tra il 24 e il 30 aprile Oxfam ha iniziato le attività relative alla somministrazione di acqua potabile e strutture igieniche a beneficio 1.000 persone ospitate nel rifugio vicino al vecchio aeroporto di Portoviejo. Nella comunità di Canoa si è poi provveduto a una prima valutazione per riparare 500 metri di conduttura idrica, a beneficio di 3.500 persone, mentre a Jama sono state prese due pompe per ripristinare le attività dei pozzi. Nella municipalità di Pedernales sono previste attività di ripristino delle condutture idriche, e 11 cisterne per distribuire acqua potabile a circa 13.500 persone. In totale, grazie a questi interventi, Oxfam assicurerà acqua potabile a 18.500 persone (3700 famiglie).

Si prevede che il nostro intervento riguarderà in tutto 35.000 persone nei primi tre mesi, garantendo assistenza umanitaria nel paese per almeno tre mesi, a sostegno di coloro che hanno perso la propria abitazione, ma anche i mezzi di sussistenza e reddito.

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