26 Settembre 2012

La storia di Eline

 

Eline: un simbolo di possibilità

Eline al lavoro

Il villaggio in cui risiede Eline Olotu Orio, Sanya Juu, vicino al Kilimangiaro, è rinomato per il suo clima temperato e la fertilità del terreno che aiutano l’agricoltura.

Normalmente sono le donne che lavorano i campi, di proprietà dei loro mariti o di altri uomini.

Eline è sposata e ha cinque figli. In un acro di terra coltiva mais, fagioli, girasoli, banane e avocado. Ha anche una mucca, due capre e 30 polli destinati al consumo, mentre i pulcini vengono venduti. Tutto abbastanza normale, se non fosse che il successo di Eline è iniziato in un modo alquanto inusuale per una donna in Tanzania: all’età di vent’anni, ha comprato la sua terra.

Era anomalo per una giovane donna possedere della terra. Non volevo sfidare la supremazia maschile o il nostro sistema culturale, ma sapevo che mio padre non possedeva nessuna terra e anche se l’avesse avuta, non sarei stata io a ereditarla.”







La pompa d’irrigazione di Eline

A distanza di vent’anni, la terra è la casa di Eline, suo marito e i suoi figli ed è anche la loro principale fonte di sostentamento.

Con grande spirito di iniziativa e determinazione, Eline si è data da fare per migliorarne la produttività. In molti villaggi i roditori sono un grosso problema e gli agricoltori perdono fino al 30% del raccolto a causa loro, perciò Eline ha creato un granaio di metallo per proteggere la sua produzione.

Quest’anno la mancanza di piogge minacciava il suo raccolto, quindi Eline ha investito in due macchine per l’irrigazione.

C’è stato un forum di discussione nel villaggio, in cui le donne hanno parlato delle sfide che devono affrontare, come la scarsità di terra dovuta al land grabbing, la pressione demografica, la mancanza di attrezzature agricole e di capitali. Hanno parlato delle “stagione degli stupri”, che ricorre quando gli alti gambi di mais creano un luogo ideale dove gli stupratori possono nascondersi e attaccare le donne.

“Il momento della sarchiatura è diventato la stagione degli stupri” racconta Reminisia, una delle donne che hanno partecipato al forum. “Poiché non ci sono uomini nei campi e i terreni in cui lavorano le donne sono molto lontani dai villaggi, gli stupratori ne approfittano. Abbiamo seppellito una vittima solo poche settimane fa”.

Le difficoltà trattate dipingono un quadro a tinte fosche, ma la determinazione e lo spirito innovativo di Eline lo illuminano come un raggio di sole. Eline ha sempre esplorato ogni possibilità, invece di accettare le sconfitte o sottomettersi ai vincoli culturali che la trattenevano: per questo è stata selezionata tra le finaliste di Female Food Hero 2012.


Traduzione a cura di Paola Donati

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