Il 14 ottobre 2010 è stata inaugurata a Roma, presso il Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”, la mostra (AGRI)-Culture(s). Quando l’agricoltura smaschera la cultura che rimarrà aperta al pubblico fino al 9 gennaio 2011.
L’obiettivo dell’esposizione (condivisa con il Musée International du Carnevalet du Masque di Binche – Belgio) è contribuire alla tutela dell’agrobiodiversità. Questo patrimonio ambientale rappresenta una ricchezza indispensabile alla vita delle comunità rurali di alcune zone del mondo, ma è oggi a rischio a causa del sistema economico globalizzato e dall’agricoltura industriale. L’adozione, da parte del mercato, di stili di consumo che obbligano gli agricoltori a coltivare varietà alloctone, ad alto rendimento, a scapito di quelle locali, è la causa principale della riduzione della diversità genetica delle colture (la stima della perdita di biodiversità dal 1900 ad oggi è del 75%).
“Il 75% delle persone più povere del mondo vive in aree rurali” – spiega, nel suo intervento introduttivo, Carla Pratesi (Oxfam Italia) – “e, per il proprio sostentamento, dipende dall’agricoltura e attività connesse”. La loro capacità di sopravvivenza è in stretto rapporto con la conservazione della biodiversità, da cui traggono alimentazione e reddito. Ogni cambiamento che altera la biodiversità agricola incide direttamente sulla vita delle famiglie rurali.
Leggi tutto l’articolo di Luisa Bianco Il Marocco raccontato attraverso la sua biodiversità al Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” di Roma