22 Febbraio 2012

I somali prima della Somalia

 
Somalia. Sangaboo fa visitare il figlio di 13 mesi, gravemente malnutrito, al centro di salute del campo di Dollo. Credits: JenniferOGorman/Oxfam
Somalia, Sangaboo con il piccolo Isaak

“I somali prima della Somalia”. Questo l’appello di Oxfam rivolto ai governi riuniti a Londra per la Conferenza sulla Somalia. Sembra un paradosso ma è quanto si chiede per riportare al centro dell’attenzione internazionale i bisogni, gli interessi e le aspirazioni della popolazione, prima di qualunque assetto politico-istituzionale per il paese e aldilà dell’emergenza anti-terrorismo.

Porre al centro dell’attenzione gli interessi della popolazione somala è il documento che Oxfam presenta in occasione della conferenza per denunciare che le politiche internazionali per la Somalia sono state spesso incoerenti, concentrate sulla ricostruzione degli assetti istituzionali o sugli interventi militari, finendo con il peggiorare la crisi umanitaria e mettendo in pericolo gli aiuti della comunità internazionale. 

Con 325.000 bambini colpiti da malnutrizione e il 31% della popolazione a rischio fame, è arrivato il momento di assumere una nuova visione dell’impegno della comunità internazionale, nel senso che bisogna ripartire dai bisogni immediati e futuri dei somali, e al contempo dare inizio a un processo di pace che metta il Paese sulla via della rinascita.” ha dichiarato Francesco Petrelli, Presidente di Oxfam Italia.

Gli aiuti umanitari sono essenziali per salvare vite e per aiutare i somali a ricostruire il loro futuro, per questo devono essere garantiti a prescindere dal quadro politico e dalle questioni militari di sicurezza.

Anche se la responsabilità per la crisi ultradecennale somala è in primo luogo e soprattutto delle fazioni che dividono il paese, secondo Oxfam l’azione della comunità internazionale ha contribuito a volte a peggiorare la situazione. Molti governi impegnati in Somalia sostengono che l’azione militare migliora la sicurezza e la stabilità, sia nei paesi vicini che nella stessa Somalia, ma le relazioni dall’interno del paese raccontano un’altra storia.
I resoconti sugli spostamenti della popolazione mostrano che quasi metà delle persone sfollate a gennaio stava fuggendo dall’insicurezza, soprattutto da aree di nuovo interessate dal conflitto armato. Le fazioni in guerra hanno colpito i campi dove i civili avevano cercato rifugio, così come gli ospedali, un centro di nutrizione e diverse sedi di agenzie di aiuto umanitario.
Le agenzie hanno anche affrontato l’ostruzionismo delle fazioni in lotta, che ha reso più difficile per gli operatori umanitari raggiungere le persone in difficoltà.
Secondo Oxfam la conferenza di Londra sulla Somalia avrà successo se i governi dalla regione, l’Occidente e il mondo islamico useranno la loro influenza sule varie parti in conflitto per ottenere un migliore accesso dei civili all’assistenza umanitaria; se saranno decise strategie politiche e di sicurezza che non compromettono l’aiuto umanitario; se sarà data priorità a soluzioni non militari e sostenibili del conflitto e della crisi umanitaria, assicurando in particolare che un ampio settore della popolazione somala sia coinvolta nel processo di sviluppo delle stesse soluzioni.

Scarica il report in inglese Porre al centro dell’attenzione gli interessi della popolazione
Oxfam Italia
Ufficio stampa: [email protected] 348.9803541

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