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In fuga dalla guerra, dalla povertà, dalle violazioni dei diritti e dall’umiliazione
Dopo la chiusura delle frontiere in Nord Europa e dopo l’accordo UE-Turchia, sono oltre 50.000 i migranti, – in fuga da guerra e povertà – rimasti bloccati in Grecia e costretti a vivere in centri di detenzione, edifici abbandonati o campi improvvisati.

I migranti bloccati nel limbo dei campi greci vivono in condizioni disperate, fatte di violenza, scarso accesso a cibo, cure mediche e informazioni. E’ quanto emerge da Lasciati nel limbo il rapporto lanciato oggi da ActionAid e Oxfam, dove sono raccolte le testimonianze di oltre 250 persone dai campi profughi di Lesbo, Atene e dell’Epiro.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]L’aspetto più evidente è lo stato d’ansia e il grave disagio che deriva dalla quasi totale mancanza di informazioni su quello che riserva loro il futuro.

Lasciati nel limbo mette al centro storie e volti di uomini, donne, ragazzi che chiedono ai leader europei di rispettare non solo la lettera della legge internazionale, ma anche il suo spirito, dando priorità alle riunificazioni familiari e offrendo informazioni, assistenza, protezione e accesso alle procedure di asilo aiutandoli così a costruirsi un futuro in Europa.

Dopo la chiusura delle frontiere in Nord Europa e dopo l’accordo UE-Turchia, sono oltre 50.000 i migranti, – in fuga da guerra e povertà – rimasti bloccati in Grecia e costretti a vivere in centri di detenzione, edifici abbandonati o campi improvvisati.

Il lavoro di Oxfam nella crisi migratoria

La situazione dei migranti non è grave solo in Grecia e per questo Oxfam lancia oggi la Campagna Stand as One. Insieme alle persone in fuga per chiedere al Governo italiano di garantire sicurezza, protezione, dignità ed un futuro migliore alle persone in fuga, impegnandosi per la tutela dei loro diritti

Attività in Grecia

Oxfam ha iniziato le sue operazioni in Grecia nell’ottobre 2015 quando la situazione umanitaria per le persone in arrivo dalla Turchia è peggiorata drammaticamente. Oxfam ha intrapreso la missione partendo dalle sue competenza di base: fornitura di acqua potabile, servizi igienico-sanitari (WASH) e distribuzione di cibo. In questo momento aiuta 3.000 persone in sei diverse aree della Grecia: Kara Tepe a Lesbo e Katsika, Doliana, Filippiada, Tsepelovo e Konitsa nella regione nord-occidentale dell’Epiro.

Attività in Italia

Il 19 maggio scorso Oxfam, insieme a Diaconia Valdese e Borderline Sicilia, ha lanciato Open Europe, un progetto di accoglienza, consulenza legale e distribuzione di kit di prima necessità. Un team mobile, costituito da un operatore socio-legale e da un mediatore linguistico-culturale, offre assistenza legale per presentare ricorso verso il decreto di respingimento e per fornire supporto per l’eventuale richiesta di protezione internazionale. Il team fornisce inoltre informazioni sui diritti e sulle strutture di accoglienza oltre a un sostegno materiale attraverso la distribuzione di kit igienico-sanitari differenziati per gli uomini e per le donne, di abiti, calzature, indumenti intimi, cibo confezionato, acqua, schede telefoniche locali e internazionali. Ai soggetti più vulnerabili, quali minori non accompagnati, donne che viaggiano sole o in stato di gravidanza, persone che hanno subito traumi fisici o psichici, malati o portatori di handicap, viene inoltre offerta una degna accoglienza assieme a servizi di orientamento e inclusione in strutture dedicate. A un mese dall’inizio delle attività l’unità mobile ha percorso 5.000 chilometri, soccorso circa 3.000 migranti di cui 130 minori non accompagnati.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Stand as one

Il prossimo settembre i governi di tutto il mondo si incontreranno alle Nazioni Unite a New York per definire il loro impegno concreto per le persone costrette a fuggire: questo è il momento di chiedere loro di cambiare il destino di queste persone.

Chiedi al Governo Italiano di impegnarsi per garantire sicurezza, dignità e la speranza in un futuro migliore alle persone costrette a fuggire.

Firma la petizione: Stand as One. Insieme alle persone in fuga

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