Grecia - credit Pablo Tosco
Grecia – credit Pablo Tosco

Gli scarsi mezzi a disposizione del governo greco e le forti pressioni dovute all’accordo Ue-Turchia esasperano le condizioni di migliaia di migranti, costretti a vivere in veri e propri luoghi di detenzione. Il campo di Moria è sovraffollato e accoglie attualmente 3.000 persone, di cui 80 sono minori non accompagnati. Il fatto che chiunque non sia siriano non abbia accesso alle procedure di richiesta di protezione internazionale rappresenta un fatto inaccettabile che sgretola il concetto stesso di diritto di asilo.

Il campo di Kara Tepe, dove c’è libertà di movimento e dove è possibile assistere minori non accompagnati, donne incinte e anziani, è pieno, lasciando tutti coloro in stato di grave bisogno di fatto abbandonati nel campo di Moria. Circa 47.000 persone si trovano in campi sulla terraferma, in condizioni estremamente precarie.

Dall’entrata in vigore dell’accordo Ue-Turchia le procedure di registrazione dei nuovi arrivi sono cambiate praticamente ogni giorno, ma le informazioni offerte dalle forze dell’ordine sono scarse e i profughi sono lasciati in uno stato di confusione e frustrazione. Chi ha raggiunto la terraferma vive in una specie di limbo, con scarsa possibilità di accesso alle procedure per fare richiesta di asilo.

Oxfam chiede con urgenza all’Unione europea e al governo greco di garantire sicurezza e dignità alle persone, di fornire adeguate informazioni e la possibilità di richiedere asilo. Chiede inoltre di aprire tutti i centri in cui si trovano i richiedenti asilo, consentendo loro di potersi recare altrove per evitare sovraffollamento e deterioramento delle condizioni di vita nei campi.

“È l’Unione Europea ad aver generato questo caos vergognoso: per questo deve immediatamente porvi rimedio e assicurare il rispetto dei diritti e la dignità delle persone – ha detto Elisa Bacciotti, direttrice Campagne di Oxfam Italia – L’Ue non può ergersi a difesa dei richiedenti asilo fuori dai propri confini e al contempo calpestarne i diritti al suo interno. È un’ipocrisia intollerabile.”

L’accordo Ue-Turchia lascia queste persone totalmente sprovviste di diritti e di sicurezza. Ogni deportazione verso la Turchia deve finire ora ed è necessario garantire a tutti le informazioni necessarie per fare richiesta di asilo secondo procedure trasparenti, chiare e giuste.” ha concluso Bacciotti.

Oxfam lavora in sei campi a Kara Tepe sull’isola di Lesbo, e nella regione nord-occidentale del paese a Katsika, Doliana, Filipiada, Tsepelovo e Konista. Ha sospeso le attività a Moria dopo l’entrata in vigore dell’accordo Ue-Turchia, quando il campo è diventato, di fatto, un centro di detenzione, a causa dell’oggettiva difficoltà di garantire, in quel centro, dignità e diritti delle persone.

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