20 Ottobre 2016

Mosul: la corsa per salvare la vita a 1,2 milioni di civili

 

Mentre la comunità internazionale si riunisce oggi a Parigi per discutere del futuro politico di Mosul, dopo l’offensiva lanciata il 17 ottobre, il destino di 1,2 milioni di persone – di cui 600.000 bambini –  intrappolate incittà, rimane appeso a un filo.    mosul-2

Uomini, donne e bambini di fronte a una scelta impossibile: restare a Mosul significa rischiare di essere uccisi negli scontri o essere usati come scudi umani dall’ISIS, finire nel mirino dei cecchini o saltare in aria su mine antiuomo; andarsene non implica, purtroppo, trovare protezione e un luogo sicuro perché le agenzie umanitarie sono impegnate in una corsa contro il tempo per assicurare il supporto cruciale che serve.

Le forze in campo – irachene e appartenenti alla coalizione – devono fare tutto il possibile per salvare la vita dei civili.

“Bisogna affiancare il governo iracheno per garantire vie di fuga sicure, impedire l’uso di esplosivi in aree densamente popolate e rafforzare la risposta umanitaria.ha detto Riccardo Sansone, responsabile del nostro Ufficio umanitario La comunità internazionale, riunita oggi a Parigi, deve lavorare per una riconciliazione e soluzioni a lungo termine per tutti i civili intrappolati nel conflitto. Se ciò non avverrà, le conseguenze per i bambini di Mosul e le loro famiglie saranno catastrofiche, il futuro dell’Iraq sempre più incerto.”

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