Nel luglio 2012 le comunità che vivono lungo le rive dei fiumi San Miguel e Putumayo, nell’Amazzonia ecuadoriana al confine con la Colombia, sono state colpite da un’improvvisa piena dei fiumi, generata da forti piogge, che hanno completamente distrutto le piantagioni e coltivazioni e provocato la perdita della maggior parte degli animali. La forza della piena ha inoltre causato importanti danni alle infrastrutture, danneggiando le case e soprattutto i sistemi di raccolta di acqua potabile di intere famiglie. Famiglie che in pochi minuti hanno perduto tutti i propri averi.
Nell’area vivono famiglie indigene, coloni ecuadoriani e profughi colombiani, rifugiatisi oltreconfine per sfuggire alle violenze del conflitto colombiano, che da decenni infiamma tutta l’area di frontiera.
Oxfam Italia, assieme ad ACNUR (UNHCR, Alto Commissariato dell’ONU per i Rifugiati) è una delle pochissime organizzazioni legittimate a lavorare in quest’area. Con le nostre attività abbiamo sostenuto le attività agricole, promosso sistemi di commercializzazione associativa , dotato decine di comunità di sistemi per la raccolta e trattamento dell’acqua piovana, realizzato attività per il rafforzamento organizzativo e, in qualche modo, attraverso la nostra presenza, abbiamo garantito protezione alla popolazione locale e rifugiata.
Le alluvioni del luglio 2012 hanno messo in ginocchio comunità già vulnerabili, composte da centinaia di famiglie, distruggendo raccolti di mais, yucca, platano e riso, alla base della alimentazione e della povera economia locale, portando via case e animali, strumenti di lavoro e spazzando via le “marquesinas”, semplici strutture per l’essiccamento dei semi di cacao (una delle principali colture da reddito) e degli altri prodotti agricoli.
Dopo il disastro, Oxfam Italia ha avviato un intervento di post emergenza, che si è concluso a fine marzo, grazie al finanziamento da parte di ECHO, l’ufficio umanitario della Unione Europea.
L’intervento ha riguardato 676 famiglie appartenenti a 30 comunità: un totale di circa 3400 persone, di cui 1200 bambini e bambine sotto gli 11 anni, disperse lungo le rive dei fiumi San Miguel e Putumayo.
Sono inoltre state ricostruite quasi 200 marquesinas, utilizzate per l’essiccamento di cacao e altri prodotti agricoli. Oxfam Italia non si è limitata a distribuire materiali e sementi, ma attraverso i propri tecnici, che hanno visitato periodicamente la zona (nonostante le lunghe distanze e le difficoltà logistiche legate alla navigazione lungo fiumi dal regime imprevedibile, e i rischi legati alle attività illegali nell’area), ha dato accompagnamento e assistenza tecnica alle comunità. In questo modo il 100% dei beneficiari ha ottenuto livelli di produzione uguali o superiori a quelli precedenti le alluvioni.
Oltre a ripristinare le attività produttive, per cercare di ridurre l’impatto di possibili simili catastrofi, assieme alle comunità si è provveduto a disegnare delle mappe comunitarie, che identificassero le zone più sicure in caso di alluvione. Per garantire la sostenibilità di questa attività e il suo monitoraggio abbiamo realizzato un percorso di formazione al personale dell’Unità di Gestione dei Rischi del Municipio di Putumayo per migliorare l’efficienza della risposta in caso che eventi simili si dovessero ripresentare in futuro.