A UN ANNO DAL COVID-19 A SOFFRIRE SONO I PIÙ VULNERABILI

UN ANNO DOPO: UN TRISTE ANNIVERSARIO PER TUTTI

Oltre 100 milioni di persone sono state infettate e più di 2 milioni morte. Il Covid-19 ci ha dimostrato quanto siamo tutti fragili, anche se le fasce più vulnerabili della popolazione, soprattutto nei paesi più poveri, pagano un prezzo maggiore, anche in termini di sopravvivenza.

Infatti in paesi già falcidiati da guerre e conflitti interni o dove la diffusione di altre epidemie quali colera, tifo e dissenteria rendono la situazione sanitaria già drammatica, il coronavirus compie una strage di dimensioni ancora maggiori.

Lottare per salvaguardare questi paesi, significa anche contrastare la diffusione di varianti pandemiche del virus, che continuano a generarsi creando nuove minacce e insidie a livello globale. Se il virus continua a circolare in vaste regioni del mondo nessuno sarà al sicuro in nessun luogo.

A distanza di un anno abbiamo imparato che nessuno si salva da solo. E che occorre agire subito, se non vogliamo rendere vani tutti i nostri sforzi.

IL DRAMMA DELL’ACCESSO ALL’ACQUA PULITA

In paesi poveri come Yemen, Libano, Bangladesh, Burkina Faso la totale mancanza di acqua pulita e di presidi igienico-sanitari rendono il virus una minaccia letale. Molto spesso il distanziamento sociale è impossibile da praticare, a causa delle drammatiche condizioni logistiche quali quelle presenti nei campi profughi. Molto spesso le fonti d’acqua sono distanti dai villaggi e l’acqua è sporca o contaminata. Molto spesso l’acqua manca del tutto.

Anche un semplice gesto come quello di lavarsi le mani, che tutti noi facciamo ogni giorno, è praticamente impossibile in questi paesi. Un semplice gesto negato che può essere una condanna a morte per decine di migliaia di persone.