Roma, 5 maggio 2020_ È cruciale che i Governi mettano a disposizione di tutti in ogni parte del mondo i vaccini, le terapie e i test diagnostici indispensabili a sconfiggere la pandemia da coronavirus. Se non sarà così, la vita di decine di milioni di persone sarà messa a rischio.
È l’appello lanciato da Oxfam all’indomani della conferenza internazionale aperta ieri dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha impegnato oltre 8 miliardi di dollari per raggiungere un obiettivo che però appare ancora lontano.
“Gli stanziamenti decisi ieri, sono un primo passo positivo, ma non sono sufficienti a compensare l’enorme disuguaglianza di accesso ai servizi sanitari che attraversa il pianeta, che separa chi può curarsi, da chi non ne ha la possibilità – ha detto Sara Albiani, policy advisor di Oxfam Italia sulla salute globale – Serviranno molti più fondi pubblici per sostenere la produzione e un’equa distribuzione a livello globale di vaccini, terapie e test diagnostici. Così come per reclutare milioni di nuovi operatori sanitari, senza i quali i paesi più poveri non potranno affrontare la pandemia”.
Uno scenario, potenzialmente devastante, di fronte a cui Oxfam chiede con forza ai leader di Governo – che interverranno all’assemblea generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in programma dal 17 al 21 maggio – garanzie stringenti, affinché i vaccini, le terapie e i test diagnostici che saranno sviluppati con fondi pubblici, siano privi di brevetti e quindi resi disponibili gratuitamente in tutti i Paesi.
“Dobbiamo scongiurare la possibilità che si ripetano gli errori fatali commessi nella lotta all’HIV e all’influenza suina, che sono costati innumerevoli vite, a causa degli interessi portati avanti da corporation e Governi che hanno reso per molto tempo vaccini e cure troppo costose per chi ne aveva più bisogno, ritardandone la distribuzione ai più vulnerabili, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo – continua Albiani – Per fortuna in questo momento il rifiuto espresso dal Presidente Usa Trump, di avviare una collaborazione internazionale, rimane una posizione isolata, perché senza uno sforzo comune a livello globale, sarà sempre più difficile superare questa crisi”.