9 Aprile 2020

OXFAM: “COVID19, LO SPETTRO DELLA POVERTA’ ESTREMA PER MEZZO MILIARDO DI PERSONE”

 

Roma, 9 aprile 2020_ L’impatto del coronavirus sull’economia globale rischia di far precipitare, a breve termine, mezzo miliardo di persone sotto la soglia della povertà estrema.

È l’allarme lanciato oggi da Oxfam attraverso il nuovo rapporto Dignità, non miseria, che denuncia come la contrazione dei consumi e redditi causata dallo shock pandemico rischi di ridurre in povertà tra il 6 e l’8% della popolazione mondiale.

Un dossier – che a partire dalle analisi del World Institute for Development Economics Research (WUDER) dell’Università delle Nazioni Unite e dei ricercatori del King’s College di Londra e della Australian National University – fotografa come di fatto i progressi ottenuti negli ultimi 10 anni nella lotta alla povertà estrema rischiano di essere azzerati: in alcune regioni del globo i livelli di povertà tornerebbero addirittura a quelli di 30 anni fa.

Un impatto socio-economico devastante, riflesso anche dalle proiezioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), che prefigurano già oggi una riduzione complessiva del reddito da lavoro – fonte principale di sostentamento individuale – fino a 3.400 miliardi di dollari entro il 2020. Stime che potrebbero peggiorare se il lock-down economico continuasse nel tempo e i livelli occupazionali precipitassero. A questo dato si aggiunge la mancanza di tutele e prospettive per milioni di disoccupati e lavoratori impiegati nel settore informale sia nei Paesi ricchi che poveri. Basti pensare che a livello globale solo 1 disoccupato su 5 ha accesso ad una qualsiasi forma di indennità di disoccupazione e che ben 2 miliardi di persone, a livello globale, lavorano nel settore informale. In maggioranza sono nei paesi poveri in cui il 90% dei posti di lavoro è informale, rispetto al 18% nelle nazioni ricche.

SOLIDARIETÁ INTERNAZIONALE, NESSUN PASSO INDIETRO. IN AFRICA A RISCHIO LA META’ DEI POSTI DI LAVORO

La diffusione del coronavirus non conosce confini geografici e non fa distinzioni tra paesi economicamente avanzati, emergenti o in via di sviluppo: ci sono però estreme disuguaglianze nelle capacità dei diversi paesi del mondo di tutelare la vita e la salute dei propri cittadini e di contrastare le drammatiche conseguenze socio-economiche della crisi. Molte nazioni, tra cui l’Italia, hanno introdotto pacchetti di stimolo economico per sostenere imprese e lavoratori, ma la maggior parte dei Paesi in via di sviluppo semplicemente non ne ha la forza. Le Nazioni Unite stimano che circa la metà di tutti i posti di lavoro in Africa potrebbe andare persa.

“In un momento storico in cui chiediamo ai nostri partner europei solidarietà finanziaria e invochiamo un fronte comune di risposta alla crisi, non possiamo dimenticarci di chi vive in contesti particolarmente fragili.-  commenta Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam ItaliaNessuno è al sicuro se non lo siamo tutti: occorre per questo un rinnovato patto di solidarietà tra nazioni che possa consentire ai Paesi in via di sviluppo di avere i mezzi per curare e proteggere efficacemente i propri cittadini e tutelare i propri lavoratori. Questo in molte regioni con ridotte disponibilità finanziarie e pesante indebitamento non è semplicemente possibile: basti pensare che per 46 dei Paesi più poveri al mondo le spese per debito estero a inizio 2020 superavano, in media, di quattro volte la spesa pubblica per la salute. Il Ghana è un caso emblematico: in questo paese i pagamenti legati all’esposizione debitoria verso l’estero a inizio anno erano superiori di 11 volte alla spesa sanitaria corrente. L’annullamento di tali pagamenti per quest’anno consentirebbe al Governo di dare un sussidio di 20 dollari al mese a ciascuno dei 16 milioni di bambini, disabili e anziani del paese, per un periodo di sei mesi.”

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