3 Giugno 2020

OXFAM: “COVID19, SALVARE LO YEMEN DALL’ABISSO”

 

Roma, 3 giugno 2020_ L’impatto della pandemia da coronavirus in Yemen rischia nelle prossime settimane e mesi di portare il Paese letteralmente sull’orlo del collasso. Potenzialmente devastante l’impatto sanitario: si contano già quasi 400 casi e oltre 80 vittime ad oggi, con il contagio che ufficialmente ha già raggiunto 10 governatorati su 22, ma potrebbe essersi già esteso a quasi tutto il Paese e aumentare esponenzialmente nelle prossime settimane. Ciò a fronte della quasi totale mancanza di test e strumenti di prevenzione non solo tra la popolazione, ma anche nelle poche strutture sanitarie in funzione: medici e infermieri in prima linea non hanno mascherine, guanti, ossigeno per le terapie intensive, la metà degli ospedali è stata distrutta da 5 anni e mezzo di guerra, le poche strutture in funzione sono già sature e in diversi casi pazienti con febbre alta e crisi respiratoria non possono essere curati. Altrettanto grave l’impatto su un’economia già in ginocchio: le rimesse dei rifugiati yemeniti dall’estero sono crollate dell’80% in almeno 6 aree dello Yemen, da gennaio ad aprile, per effetto del lockdown in molti Paesi. Rimesse da cui dipende la sopravvivenza di 1 yemenita su 10 e che nel 2019 ammontavano a 3,8 miliardi di dollari, pari al 13% del PIL. 

È quanto denuncia Oxfam, all’indomani della Conferenza internazionale sulla crisi, che ha visto ancora una volta i Paesi donatori girarsi dall’altra parte. L’appello delle Nazioni Unite per la risposta umanitaria per il 2020 infatti ad oggi è finanziato solo per poco più di un terzo di quanto necessario a scongiurare un vero e proprio disastro umanitario. Dal summit di ieri è infatti uscito un impegno per appena 1,3 miliardi di dollari in aiuti sui 3,4 necessari a salvare centinaia di migliaia di vite nei prossimi mesi. Le Nazioni unite alla vigilia si aspettavano di arrivare quantomeno a 2,4 miliardi di dollari in aiuti. 

Dall’Italia – che sino ad oggi aveva stanziato appena 5 milioni l’anno per l’emergenza – è arrivato un aumento di appena 160 mila euro. Una cifra che è appena sufficiente a garantire 2 mesi di interventi umanitari di un’organizzazione come Oxfam nel Paese e che si fa ancora più piccola se paragonata ai 195 milioni di euro di armamenti italiani di cui è stata autorizzata nel 2019 l’esportazione verso Arabia Saudita e Emirati Arabi, entrambi coinvolti in un conflitto che ha già causato oltre 100 mila vittime.

Morire di fame prima che di Covid. Non si può lasciare un intero popolo di fronte a questa allucinante alternativa ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia – La priorità è che gli stanziamenti promessi alla Conferenza internazionale di ieri, calati non poco rispetto ai 2,6 miliardi stanziati nel summit dell’anno scorso, siano resi subito disponibili per un’adeguata risposta umanitaria. Senza sono a rischio 5,5 milioni di vite, con diversi programmi di aiuto sul campo che potrebbero chiudere in poche settimane. Mentre il Covid avanza, 10 milioni di persone sono sull’orlo della carestia, 17 milioni non hanno accesso ad acqua pulita e servizi igienico-sanitari. Serve un sforzo straordinario per fronteggiare la pandemia, non solo in termini di stanziamenti, ma anche per un immediato cessate il fuoco, senza il quale sarà sempre più difficile soccorrere la popolazione. Allo stesso tempo l’Italia, che si è già espressa su questo fronte, così come sull’intenzione di facilitare l’accesso umanitario per la popolazione, deve dare maggior concretezza possibile al proprio impegno. Non solo aumentando gli aiuti per la risposta all’emergenza, ma ad esempio trovando una soluzione che le permetta di essere più presente nel paese”.

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