GIORDANIA 80.000 PERSONE HANNO DISPERATO BISOGNO D'ACQUA

IL CAMPO DI ZA’ATARI OSPITA PIÚ DI 80.000 RIFUGIATI E CON L’ARRIVO DELLA STAGIONE SECCA TANTISSIMI RISCHIANO DI NON AVERE ACCESSO ALL’ACQUA

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IN GIORDANIA

Il campo di Za’atari è conosciuto come il campo profughi più grande del mondo.

Per 10 anni ha continuato ad accogliere chi fuggiva dal conflitto in Siria e oggi ospita stabilmente più di 80.000 rifugiati, principalmente donne e bambine, che hanno trasformato il campo in un vero e proprio villaggio.

La maggior parte di loro, però, vive ancora in assoluta povertà, senza la possibilità di guadagnare un reddito per sfamare loro stessi ed i loro cari, con accesso limitato ad acqua e servizi igienici.

Ad aggravare la situazione, con la stagione secca in arrivo le riserve d’acqua sono ad un livello critico, non c’è acqua sufficiente per bere e l’arrivo di chi fuggiva dal terremoto in Siria ha aumentato la richiesta di servizi igienici.

Il rischio più grande è la diffusione di malattie come il colera e la dissenteria, causate dalla mancanza di acqua pulita e igiene e che in contesti di fragilità come questi possono causare centinaia di migliaia di vittime.

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I NUMERI DELLA TRAGEDIA 

PIÚ DI 80.000

rifugiati vivono nel campo di Za’atari, la più grande comunità di profughi Siriani del mondo, scappati dalla guerra e dal terremoto.

PIÚ DI 10 ANNI

sono passati dalla nascita di questo campo, molti dei suoi abitanti sono qui da allora nella speranza di poter un giorno tornare a casa.

LA STAGIONE SECCA IN ARRIVO

ridurrà drasticamente le riserve d’acqua, in molti non avranno acqua sufficiente per bere e i casi di colera e dissenteria aumenteranno esponenzialmente

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COSA PUOI FARE TU

Bisogna portare acqua sicura, e materiale per l’igiene personale per salvare la vita tantissimi bambini, donne e uomini Siriani.

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CAMPAGNA "SALVIAMO VITE NELLE EMERGENZE"

Oxfam interviene in oltre 30 emergenze nel mondo.

Dalla terribile carestia nel Corno d’Africa, dove quasi 15 milioni di persone soffrono fame e sete, alla nostra risposta alla crisi siriana, dove stiamo aiutando 1,5 milioni di persone, così come in Giordania, nei Territori Occupati Palestinesi, in Libano e in Turchia, fino allo Yemen, dove dall’inizio del conflitto abbiamo garantito a 4 milioni di persone acqua, cibo e servizi igienico sanitari, lavoriamo al fianco delle persone per portare aiuto.

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