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COSA C’È PER CENA? IL MENÙ CHE VOGLIAMO DAI LEADER MONDIALI

Il gusto dei francesi è noto a tutti, basti solo pensare all’arte, alla moda e al cibo. Quante prelibatezze dobbiamo alla cucina francese! La baguette, i croissant al burro, le praline al cioccolato… e la lista potrebbe continuare! A pensarci è davvero difficile trovare un piatto della cucina francese che non sia buono, e il nostro auspicio è che la regola si confermi anche quest’anno al tavolo della COP21.Proprio in questi giorni la Città della Luce sta ospitando la 21ma Conferenza internazionale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, in cui circa 200 leader mondiali proveranno a raggiungere un accordo atteso da tempo su come arrestare il corso dell’innalzamento delle temperature globali. Ciò che decideranno avrà conseguenze in tutto il mondo e determinerà il modo in cui il settore privato e altri attori rilevanti rivedranno le loro politiche in risposta all’accordo.

Che tipo di negoziati condurranno i delegati internazionali alla COP21? Se seguissero i principi della cucina francese, potrebbero ottenere dei piatti complessi, densi di sapore e preparati con cura. E se fossimo noi a dover indicare il menù finale per un accordo ambizioso sul clima, quali piatti includeremmo?

Prima portata: Riduzione di emissioni

Il primo punto riguarderebbe un accordo per mantenere le temperature globali entro i 2 gradi Celsius. Per raggiungere questo obiettivo tutti i paesi devono fare la propria parte: preservare il pianeta significa ridurre drasticamente le emissioni di gas effetto serra, così come indicato dalla comunità scientifica.

Seconda portata: Investimenti in adattamento per gli agricoltori

L’agricoltura di piccola scala è un’attività economica ancestrale che ha superato gli ostacoli del tempo anche grazie alle capacità di resilienza dei piccoli agricoltori e ancora oggi rappresenta l’attività primaria per moltissime persone tra le più povere al mondo. Tuttavia, per continuare a resistere agli impatti sempre più frequenti degli eventi climatici estremi, è necessario che si stanzino adeguate risorse finanziarie a supporto di pratiche e strumenti di adattamento al cambiamento climatico. Gli agricoltori hanno bisogno di strumenti per la conservazione dei prodotti, di sistemi di irrigazione e di una maggiore varietà di colture resistenti alla siccità così come di attività di formazione tecnica e opportunità di scambio di pratiche agricole. Gli agricoltori già sanno quali pratiche e strumenti potrebbero fare la differenza, e la conferenza sul clima non deve far altro che assicurare che siano messi definitivamente sul piatto del negoziato.

Terza portata: Richiesta di un reddito minimo dignitoso

Il rischio è parte della vita e non può essere evitato, ma il lavoro degli agricoltori di piccola scala può essere spazzato via in pochi secondi dai disastri naturali causati dal cambiamento climatico. Prevedere un livello di reddito dignitoso aiuterebbe gli agricoltori di piccola scala a prepararsi meglio ad eventuali disastri, arginando le incertezze costanti sul futuro: è una fonte di sicurezza per moltissimi agricoltori di piccola scala che ne hanno disperatamente bisogno.

Questi sono i tre piatti che vogliamo siano preparati e serviti sul tavolo delle negoziazioni. Da più parti nel mondo sta crescendo la voce dei molti che come noi richiedono ai loro rappresentanti politici di raggiungere un accordo ambizioso sul clima. Ma non possiamo farcela da soli: abbiamo bisogno che anche le grandi aziende si schierino contro chi si oppone al cambiamento. Questo non è il momento di restare a guardare: ci sono ancora troppe industrie nel mondo che stanno usando il loro potere per influenzare i governi a non prendere decisioni concrete e urgenti al cambiamento necessario.

Continuando a far sentire le nostri voci aumentiamo le probabilità che dalla conferenza di Parigi esca un accordo il più ambizioso e coerente possibile. Insieme possiamo fare la nostra parte per spingere i nostri Governi verso la giusta direzione – manda un messaggio al tuo governo qui.