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NUTRIRE LE PERSONE NON SIGNIFICA NUTRIRE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO!

Nessuna azienda è tanto grande da poter ignorare i propri consumatori. E quando abbastanza di noi si fanno sentire, le aziende ascoltano. Nell’ultimo anno più di 400.000 persone hanno chiesto alle grandi Big dell’alimentare di fare di più per i diritti delle donne. E le aziende hanno agito. Poi hanno chiesto tutela per i diritti alla terra delle comunità locali. E le aziende hanno agito di nuovo. Ora abbiamo bisogno di te per convincere le aziende ad agire contro la più grande minaccia alla fame nel mondo… il cambiamento climatico! 

Un quarto delle emissioni globali di gas serra è causato dalla produzione di cibo

Le Big dell’alimentare – come Kellogg e General Mills – sono alcune delle compagnie accusate di deforestazione, uso eccessivo di fertilizzanti inquinanti, appropriazione di terre di larga scala, foreste in fiamme, e di altre pratiche dannose lungo la loro filiera di produzione cha causano cambiamenti climatici e aumentano la fame nel mondo. Per molti agricoltori in tutto il mondo questo si traduce nell’incapacità di produrre abbastanza cibo per sfamare la propria famiglia e per darle una vita dignitosa.

Agricoltori come Eric Pyne, in Liberia (qui sopra), stanno già facendo fatica a sfamare e a far vivere dignitosamente la propria famiglia a causa di eventi climatici estremi, come siccità e inondazioni, che colpiscono le loro coltivazioni anno dopo anno. Ed è lo stesso per Richard Oswald, produttore di mais e soia in Missouri, Stati Uniti, i cui prodotti finiscono nei cibi venduti dalle grandi aziende alimentari. Le sue coltivazioni sono state distrutte dalle storiche inondazioni che hanno colpito il Missouri nel 2011. “Non c’era nulla da raccogliere” – racconta. “Abbiamo speso tutti I soldi per semi, fertilizzanti, erbicidi senza avere nulla in cambio”.

Kellogg e General Mills spiccano come tra le peggiori delle 10 “Sorelle dl cibo” quando si tratta di questi temi. Anche se sostengono di ridurre già le proprie emissioni, non hanno ancora un piano per sé e per chiedere ai loro fornitori di fare lo stesso. È ora che ci facciamo sentire e che chiediamo ad aziende come Kellogg e General Mills di agire contro il cambiamento climatico che causa la fame.

Insieme, le Dieci Sorelle producono 264 milioni di tonnellate di gas serra ogni anno: se fossero un paese, sarebbero al 25° posto al mondo come livello di inquinamento prodotto, con più emissioni di Finlandia, Svezia, Danimarca e Norvegia messe insieme. Il settore agricolo produce più emissioni di gas serra di tutte le nostre auto, camion, treni e  aerei messi assieme. Ma noi siamo convinti che Kellogg e General Mills possano impegnarsi e contribuire a fermare il cambiamento climatico che causa la fame con alcuni semplici passi:

1. Misurare le proprie emissioni

Tutte le 10 Big parlano di cambiamento climatico. Ma non si può intervenire su ciò che nemmeno si misura. Le aziende devono misurare e rivelare le loro emissioni.

2. Stabilire obiettivi per la riduzione delle emissioni

Questo è semplice. Una volta che sanno quante emissioni producono, le aziende possono stabilire obiettivi e piani definiti su come le ridurranno.

3. Incoraggiare i fornitori ad agire

La questione non riguarda solo le operazioni delle aziende, perché queste possono fare anche tanto altro, usando la loro influenza e richiedendo ai propri fornitori di impegnarsi nello stesso modo.

4. Influenzare altri a fare lo stesso

Le 10 Big hanno un grande potere: quando si fanno sentire, possono davvero fare la differenza. Oltre a ridurre le loro emissioni, possono e devono chiedere a governi e altre aziende di fare lo stesso.

Se le 10 Sorelle del cibo falliranno nell’utilizzare il loro potere in modo responsabile e impegnandosi in questi 4 passi, subiremo tutti quanti le conseguenze.

In particolare Kellogg e General Mills non stanno facendo la loro parte. Queste aziende dovrebbero guidare la lotta al cambiamento climatico che causa la fame. È ora che agiscano. Il cibo che producono non deve nutrire il cambiamento climatico. Agisci adesso e chiedi a Kellogg e General Mills di scendere in campo e combattere il cambiamento cliamtico.