Beyond Stillness
Voices of Refugee Resilience

In cammino verso un futuro possibile

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Stare a fianco della mia comunità è diventata la mia vita.

Choul, rifugiato sud-sudanese

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Oltre l’immobilità: uno spazio di possibilità

“Beyond Stillness” racconta non solo la fuga, ma anche la ricostruzione. Non solo la perdita, ma la rinascita. Non solo l’attesa, ma la speranza attiva, fatta di azioni, scelte, resistenza.

Migliaia di persone sono scappate dal Sud-Sudan attraversando la frontiera con l’Etiopia. Sono scappati dalla guerra, dalla fame, dalle violenze.
Attraverso le fotografie di Antonio De Matteo, Maheder Haileselassie, Petterik Wiggers e le illustrazioni di Francesco Chiacchio, raccontiamo storie vere di chi ha vissuto l’impossibile.
Ogni volto, ogni segno, ogni parola è testimonianza di forza.

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La forza di Choul

Un ritratto di Chuol Gatjang, 30 anni, nell' insediamento per sfollati sudsudanesi di Jewi, a Gambella, Etiopia. Foto: Antonio De Matteo. Illustrazione: Francesco Chiacchio.

“Volevo che i miei fratelli crescessero con il ricordo di qualcuno che non si è mai arreso.”

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Dopo aver perso il padre, Choul si prende cura dei fratelli più piccoli durante un viaggio di quattro mesi a piedi verso l’Etiopia. Attraversano fiumi, foreste, sete e paura. Oggi, nel campo di Gambella, è un punto di riferimento per la sua comunità. Insegna, aiuta, costruisce progetti di pace e sviluppo.

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La voce di Ngakutoth

Ngakutoth Biel è arrivata in Etiopia nel 2017. Foto: Oxfam / Petterik Wiggers. Illustrazione: Francesco Chiacchio.

"Prima passavo ore per cercare l’acqua. Ora posso pensare al mio bambino e alla scuola dei miei figli"

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Incinta, madre di tre figli, Ngakutoth ha perso il suo primo bambino e lo zio durante il viaggio verso l’Etiopia. Senza acqua, né cibo, ha camminato un mese per raggiungere un posto sicuro. Oggi, grazie all’intervento di Oxfam, l’accesso all’acqua potabile ha cambiato la sua vita e quella dei suoi figli.

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Il coraggio di Nyabeel

Mi dicevano: non ti preoccupare per noi. Pensa a te.

Nyabeel non può camminare. Quando la guerra è arrivata, i suoi vicini l’hanno portata in spalla per dieci giorni attraverso il confine. Non l’hanno mai lasciata indietro. Nel campo, continua a lottare per sopravvivere, per nutrire i suoi figli, per restare viva. La sua forza è la sua comunità.

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Il coraggio di Nyabeel

Mi dicevano: non ti preoccupare per noi. Pensa a te.

Un ritratto di Nyabeel 28 anni nell' insediamento per sfollati sudsudanesi di Jewi, a Gambella, in Etiopia. Foto: Maheder Haileselassie Tadese. Illustrazione: Francesco Chiacchio.

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Il racconto di Nyabiel

Nyabel Wiew, sistema l’ingresso della sua casa nell' insediamento per sfollati di Kule, a Gambella, in Etiopia. Foto: Maheder Haileselassie Tadese. Illustrazione: Francesco Chiacchio

"Sopravvivevamo mangiando piante selvatiche e residui fermentati di grano. Ma non ho mai perso la fede."

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Nyabiel aveva una vita stabile a Malakal, in Sud Sudan: un lavoro in ospedale, un marito, cinque figli e piccoli gesti quotidiani pieni d’amore. La guerra del 2014 ha spazzato via tutto. In fuga con la famiglia e il marito ferito, ha camminato per un mese tra fame, sete e violenza.

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La resilienza silenziosa di Chol

Ogni sera pregavo Dio. La fede mi dava la forza di continuare.

Chol ha 43 anni, è madre di due figli e vive nell’insediamento di Gambella dal 2014. La sua vita in Sud Sudan era semplice e serena: il lavoro nei campi, i pasti condivisi, i bambini a scuola. Ma il conflitto scoppiato nel 2013 ha spazzato via tutto. È fuggita a piedi per dieci giorni, senza cibo né acqua, sopravvivendo con le foglie degli alberi e tenendo stretti i suoi figli.

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La resilienza silenziosa di Chol

Ogni sera pregavo Dio. La fede mi dava la forza di continuare.

Dettaglio della mano di Chol Kun, 43 anni, nell' insediamento per sfollati sudsudanesi di Jewi, a Gambella, in Etiopia. Foto: Antonio De Matteo. Illustrazione: Francesco Chiacchio.

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Oxfam
in Etiopia

Dal 2014, Oxfam è presente nella regione di Gambella. Siamo impegnati ogni giorno per portare:

  • Acqua potabile e punti di distribuzione
  • Servizi igienico-sanitari sicuri
  • Formazione e supporto per i rifugiati

Grazie al lavoro con partner internazionali, locali e con i rifugiati stessi, creiamo progetti sostenibili, costruiti dalla comunità per la comunità.

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Il TUO AIUTO è fondamentale

Portare acqua pulita dove manca significa proteggere la salute, garantire la dignità e costruire un futuro migliore.
La TUA donazione è vitale, sarà un aiuto concreto e darà la possibilità di guardare al domani con speranza e fiducia.
Con il tuo aiuto, possiamo garantire acqua, salute, istruzione e futuro a chi ha perso tutto, ma non ha mai perso la voglia di ricominciare.

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