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A GAZA LE DONNE CONTINUANO A LOTTARE PER LA SOPRAVVIVENZA NELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

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In occasione della giornata internazionale della donna dell’8 marzo, le operatrici umanitarie e le partner di Oxfam a Gaza condividono testimonianze toccanti sull’incidenza devastante della guerra sulle loro vite, delineando le sfide affrontate come professioniste, madri, figlie e il profondo impatto su centinaia di migliaia di donne e bambine nella regione.

Prima di introdurre questo articolo vi lasciamo alle parole di Ghada, responsabile comunicazione di Oxfam:

La Giornata internazionale della donna dovrebbe essere un giorno per celebrare le conquiste e l’emancipazione delle donne, un giorno per abbracciare la diversità, l’uguaglianza e la forza. Dovrebbe essere un giorno per ispirare il cambiamento e rompere le barriere, per onorare il passato e guardare avanti verso un futuro migliore. Oggi con la guerra la Giornata internazionale della donna non ha più senso. Molte donne a Gaza hanno perso la vita. Molte donne hanno perso i loro figli, i loro genitori, i loro mariti, i loro fratelli. Molti hanno perso la casa, la memoria, il reddito”.

 

A Gaza il 70% delle vittime sono donne e bambini

Fidaa è Coordinatrice per la sicurezza alimentare e la protezione di Oxfam. È madre di sei bambini. La sua famiglia ha dovuto abbandonare la casa a Gaza City, affrontando quattro sfollamenti. Attualmente a Rafah, lotta per sopravvivere con risorse scarse, cercando di procurarsi cibo, acqua e medicine. La sua storia è un potente richiamo alla cruda realtà che molte famiglie come la sua stanno vivendo in queste circostanze difficili.

Come madre, la paura per i miei figli mi tormenta ogni momento, giorno e notte. Durante le ore notturne, l’insonnia è il mio compagno più fedele, mentre immagino cosa potrebbe accadere loro, se dovesse succedere qualcosa di terribile. La perdita di uno di loro, o la possibilità che loro perdano me, rappresenta un timore costante che non mi abbandona. Non riesco a sentirli al sicuro, neanche per un istante. Ogni mattina mi sveglio con l’incertezza di chi potrebbe mancarmi oggi. La lotta quotidiana è estenuante, cercare la motivazione per affrontare ogni giornata e continuare a vivere. La nostra speranza è sospesa a un filo, e non so quanto ancora potremo reggere.

Fidaa di fronte ad alcuni edifici distrutti, mentre si sta recando al lavoro. Foto: Alef Multimedia/Oxfam
Fidaa di fronte ad alcuni edifici distrutti, mentre si sta recando al lavoro. Foto: Alef Multimedia/Oxfam

Fidaa, Direttrice di progetto per il partner Atfaluna, che sostiene le persone sorde, riassume così la sostanza del suo e del nostro lavoro:

Anche se abbiamo sofferto incommensurabilmente, la vita deve continuare in mezzo alla devastazione. Lo dobbiamo a noi stessi e alle future generazioni per ricostruire e riottenere quello che è stato perduto.

 

 

La voce di Khloud si aggiunge al coro. Ha 29 anni e opera come funzionaria di supporto al Programma di Giustizia Economica di Oxfam. Khloud ha affrontato molteplici sfollamenti. Ogni giorno, lotta per la sopravvivenza all’interno della Striscia di Gaza.

La situazione a Gaza è catastrofica. Donne e bambini pagano sempre il prezzo più alto di ogni conflitto. […] Come madre che si prende cura del suo bambino, cerco sempre di arrangiarmi per far fronte a questa situazione. Trascorro l’intera giornata cercando di trovare cose per lui, come latte e cibo. Oggi, nella giornata che celebra la giornata mondiale della donna il mio unico desiderio è che le donne palestinesi, soprattutto quelle che si trovano Gaza in queste circostanze difficili, possano avere una vita serena come qualsiasi altra donna nel mondo.’’

 

A Gaza sono state uccise due madri ogni ora

Haya, Funzionaria per la giustizia di genere di Oxfam, insieme alla sua famiglia, è stata costretta a lasciare la propria casa a Gaza City. Come tanti altri, continua a lottare instancabilmente per la sopravvivenza.

Fin dalle fasi iniziali di questo conflitto, è stato sulle spalle delle donne e dei bambini che ha gravato il peso più insostenibile. In mezzo a tutti gli ostacoli, non ci resta altra scelta se non affrontarli per sopravvivere a questa guerra mortale. Non lo facciamo solo per noi stessi, ma per continuare a resistere per i nostri cari.

 

A Gaza le donne incinte sono costrette a partorire tra le macerie, senza anestesia né supporto

La dottoressa Hadeel è originaria del campo profughi di Shati a Gaza e ha dedicato la sua carriera alla promozione della giustizia di genere e dei diritti delle donne, operando in diverse regioni del Medio Oriente, Africa, Asia centrale e Canada.

La situazione delle donne a Gaza è inimmaginabile. […] Le donne incinte sono costrette a partorire tra le macerie, senza anestesia né supporto. Le ragazze iniziano ad avere le mestruazioni quando non ci sono prodotti sanitari e strutture per lavarsi. E tutto questo si aggiunge alla minaccia infinita della violenza e al non sapere se si sveglieranno vivi. Ogni ora due madri vengono uccise e innumerevoli bambini diventano orfani”.

 

Nessuno comprende i bisogni di una donna meglio di un’altra donna

Nei suoi 15 anni di lavoro, Buthaina non ha mai affrontato circostanze così scoraggianti come quelle causate dall’attuale guerra a Gaza. Foto: Alef Multimedia/Oxfam
Nei suoi 15 anni di lavoro, Buthaina non ha mai affrontato circostanze così scoraggianti come quelle causate dall’attuale guerra a Gaza. Foto: Alef Multimedia/Oxfam

Buthaina, 52 anni, riveste il ruolo di direttrice esecutiva dell’Associazione Wefaq per la cura delle donne e dei bambini, oltre a essere madre di tre figli. Afferma con convinzione: “Nessuno comprende i bisogni di una donna meglio di un’altra donna“. Buthaina ha guidato l’iniziativa “Bagni sicuri solo per donne”, riconoscendo l’indispensabile necessità di preservare la privacy e la dignità femminile.

 

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