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SALARIO MINIMO E LOTTA ALLA PRECARIETA’ LAVORATIVA

AVERE UN LAVORO NON BASTA A TENERE LONTANA LA POVERTÀ. VOGLIAMO FERMARE QUESTA INGIUSTIZIA

1 lavoratore su 8 vive, nel nostro Paese, in una famiglia con reddito disponibile insufficiente ai propri fabbisogni di base. Il lavoro è troppo spesso sottopagato, discontinuo, sfruttato, insicuro, dal valore sociale scarsamente riconosciuto, insufficiente a garantire, per troppi, un’esistenza dignitosa. Per scardinare questa ingiustizia, da oltre un anno, Oxfam è impegnata a riportare la dignità del lavoro al centro dell’attenzione pubblica, della vita economica e dell’agire istituzionale nel nostro paese, chiedendo l’introduzione per legge del salario minimo ed interventi volti a contrastare la precarietà e lo sfruttamento lavorativo.

Giugno 2023 – COMMENTIAMO IL DECRETO LAVORO DEL GOVERNO MELONI
Giugno 2023 – COMMENTIAMO IL DECRETO LAVORO DEL GOVERNO MELONI

L’analisi del Decreto Lavoro del governo Meloni evidenzia norme che, invece di arginare, rischiano di acuire ulteriormente la perdurante crisi del lavoro nel nostro paese. Piuttosto che rendere più oneroso il ricorso al lavoro a termine, limitare il lavoro occasionale, ridurre le forme contrattuali atipiche, contrastare il dumping contrattuale e introdurre un salario minimo legale, il Governo ha ulteriormente liberalizzato il lavoro non standard, con il rischio di ampliare le fila dei working poor.

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Gennaio 2023 – PUBBLICHIAMO IL RAPPORTO “LA DISUGUAGLIANZA NON CONOSCE CRISI”
Gennaio 2023 – PUBBLICHIAMO IL RAPPORTO “LA DISUGUAGLIANZA NON CONOSCE CRISI”

In occasione del World Economic Forum di Davos, il rapporto diffuso da Oxfam “La disuguaglianza non conosce crisi” fotografa, come ogni anno, i livelli di disuguaglianza a livello globale e nel nostro Paese, tracciando un’analisi sulle cause a monte e sulle scelte politiche che durante l’anno possono aver inciso negativamente o positivamente sul problema. Tra gli ambiti presi in esame per l’Italia ampio spazio viene dato alle disparità sul mercato del lavoro e alle misure che secondo Oxfam dovrebbero essere adottate per il contrasto alla povertà lavorativa tra le quali l’introduzione del salario minimo legale, l’estensione erga omnes della contrattazione collettiva, la disincentivazione all’utilizzo di contratti non standard.

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Settembre 2022 – ANALIZZIAMO LE PROPOSTE DEI PARTITI IN CAMPAGNA ELETTORALE
Settembre 2022 – ANALIZZIAMO LE PROPOSTE DEI PARTITI IN CAMPAGNA ELETTORALE

In occasione della campagna elettorale per le elezioni politiche, Oxfam analizza i programmi dei partiti focalizzando l’attenzione sulle visioni e sulle proposte avanzate per ridare valore e dignità al lavoro, contrastare precarietà e sfruttamento, rilanciare la politica industriale.
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Maggio 2022 – PUBBLICHIAMO IL RAPPPORTO “DISUGUITALIA: RIDARE VALORE, POTERE E DIGNITA’ AL LAVORO”
Maggio 2022 – PUBBLICHIAMO IL RAPPPORTO “DISUGUITALIA: RIDARE VALORE, POTERE E DIGNITA’ AL LAVORO”

“È il sistema economico che strutturalmente produce disuguaglianza, è il modo in cui le nostre economie e società attualmente funzionano. Eppure, tutto questo è tutt’altro che inevitabile”. Apre così il rapporto “Disuguitalia: ridare valore, potere e dignità al lavoro”, presentato durante la prima edizione dell’Oxfam Festival, Creiamo un futuro di uguaglianza, in una interlocuzione diretta con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando. Il rapporto fotografa la crisi del lavoro in Italia, tra forti e crescenti disuguaglianze, sfruttamento, insicurezza, valore sociale scarsamente riconosciuto, e contiene un’indagine qualitativa condotta tra novembre e dicembre 2021 tra gli operatori dei Community center gestiti da Oxfam, Diaconia Valdese e partner locali di 10 città italiane.
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Chi ha un’occupazione ma non può permettersi una vita dignitosa. Lavoratori “invisibili”, sfruttati, sottopagati, precarizzati, con diritti e dignità calpestati ogni giorno. Di recente un gruppo di esperti del Ministero del Lavoro ha calcolando che il fenomeno del lavoro povero riguarda oltre il 13% degli occupati nel nostro paese, quasi 3 milioni. Secondo l’ISTAT sono 5 milioni i lavoratori non standard, cioè poco tutelati dal punto di vista della durata dei contratti e dell’orario di lavoro: sono soprattutto giovani fino a 34 anni e donne.

Il nostro mercato del lavoro è profondamente iniquo – con ampi divari territoriali, generazionali e di genere – e produce strutturalmente povertà. Forti precarietà, discontinuità e saltuarietà lavorativa, stagnazione salariale di lungo corso, ampie e crescenti disuguaglianze, vecchie e nuove forme di sfruttamento, un valore sociale scarsamente riconosciuto: sono queste, e da tempo, le caratteristiche strutturali del mercato del lavoro italiano.
I fattori che hanno concorso al diffondersi del lavoro povero in Italia sono molteplici. Un ruolo non trascurabile è ascrivibile alle politiche di flessibilizzazione degli ultimi 25 anni, che hanno portato a una moltiplicazione delle tipologie contrattuali atipiche e a una progressiva riduzione dei vincoli per i datori di lavoro ad assumere con contratti a termine. Altro fattore è il processo di deindustrializzazione di lungo corso e l’espansione dell’occupazione che ha interessato negli ultimi 20 anni settori a bassa produttività del lavoro (i servizi, il turismo, la logistica) con salari orari più bassi. Pesano anche le strategie competitive di molte imprese basate sulla cronica compressione del costo del lavoro e l’indebolimento della rappresentatività del fronte sindacale e delle associazioni datoriali.

Le misure che chiediamo sono: limitazione all’esternalizzazione del lavoro e drastica riduzione delle forme contrattuali a tempo determinato, ricorrendo a poche e stringenti causali; estensione erga omnes dell’efficacia dei principali contratti collettivi; introduzione di un salario minimo legale; robuste e strategiche politiche industriali dello Stato a cui assegnare in via prioritaria il rilancio della buona occupazione.

Garantire salari adeguati è condizione necessaria per contrastare la povertà lavorativa di chi è impiegato con un contatto di tipo subordinato. Non è sufficiente da sola però a ridurre il fenomeno su cui pesa, in modo rilevante, la discontinuità lavorativa o il numero esiguo di ore lavorate durante l’anno. Minimi salariali validi per tutti i lavoratori dipendenti costituiscono lo strumento di tutela principale contro le situazioni di basso salario. Per garantirli nel contesto italiano le strade percorribili sono notoriamente due, attuabili in parallelo. In primis l’estensione dei contratti collettivi principali, stipulati tra soggetti maggiormente rappresentativi, a tutti i lavoratori del settore (erga omnes). In secondo luogo, la previsione di un salario minimo legale per i lavoratori dipendenti, in grado – non passi inosservato – di influenzare (“effetto faro”) anche i salari dei lavoratori formalmente autonomi, ma che condividono alcune caratteristiche dei dipendenti. A partire da un limitato potere negoziale.
https://www.oxfamitalia.org/davos-2020/
https://www.oxfamitalia.org/disuguitalia-2021/