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ETICA E MODA SI INCONTRANO: I WAS A SARI IN ESCLUSIVA SU LUISAVIAROMA

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I was a sari è un progetto che ha alla base una trasformazione, che comporta un aumento di valore sia per un tessuto che non ne aveva più, e che viene trasformato in qualcosa che ha un valore aggiunto molto più alto, sia per alcune donne che non avevano prospettive, e che riescono a realizzare sogni e bisogni.

Dal 2013, I was a Sari ha garantito opportunità di impiego decine di donne vulnerabili di Mumbai. Nel 2018, ha coinvolto 90 artigiane in 5 centri di produzione, vendendo più di 66.000 prodotti in 10 paesi in più di 250 negozi in Europa, in India e negli Stati Uniti, per un totale di 72.000 ore lavoro retribuite. Negli ultimi 4 anni il tasso annuo di crescita è stato del 77%. Da uno studio indipendente emerge che le donne coinvolte hanno migliorato non solo la loro vita ma anche quella delle loro famiglie. Il 60% è stato in grado di contribuire alle spese familiari, e il 52% a quelle per l’istruzione dei figli. Il 64% ha investito o risparmiato parte dei propri guadagni. Il 98% delle intervistate ha dichiarato di aver visto un sostanziale miglioramento nelle condizioni di vita, essendo in grado di contribuire alle spese per la gestione della casa, per la salute della famiglia e per l’educazione dei figli. I was a Sari nasce dalla collaborazione tra Stefano Funari, il dipartimento di design della moda del Politecnico di Milano, e CORP India, Srujna e Reality Gives, ONG che lavorano nel territorio di Mumbai.

Una speciale collezione composta da 24 creazioni in esclusiva tra magnifici outfit-kimono e bellissime mule, impreziosite con il ricamo e’ stata proposta online su LuisaViaRoma Capi e accessori moda di alto artigianato, che reinventano la tradizione del sari con un progetto che ha come obiettivo finale il miglioramento del tessuto sociale locale, attraverso l’emancipazione e la crescita professionale delle donne degli slum di Mumbai. Ogni articolo è un pezzo unico, interamente realizzato a mano, in un’ottica di piena sostenibilità, di riduzione dell’impatto ambientale e di riuso creativo dei materiali, come nelle parole di Stefano Funari, fondatore del marchio I was a Sari: “Dove altri vedono scarto noi vediamo opportunità. Lavoriamo con materiali, persone, talenti e proviamo a dare un senso e un valore più alto alle cose e alle persone che incrociamo nel nostro percorso. Siamo particolarmente orgogliosi di questa linea di prodotti, perché il ricamo e la trasformazione sempre più sofisticata dei materiali li rendono ancora più speciali, e sono il segno concreto della crescita professionale delle donne che li creano”.

Filosofia in perfetta armonia con l’impegno di Oxfam Italia, che tra le sue attività promuove prodotti unici ed etici realizzati da artigiani e agricoltori delle comunità più vulnerabili, in Italia e nel mondo, garantendo loro un giusto guadagno e condizioni di lavoro e di vita dignitose. Il ricavato delle vendite dei prodotti I was a Sari genera un profitto che Oxfam Italia reinveste in programmi di natura sociale.

Roberto Barbieri, Direttore Generale di Oxfam Italia, spiega “Lavoriamo in Italia e nel mondo per salvare vite colpite da emergenze umanitarie, per sostenere lo sviluppo delle comunità locali e per costruire un futuro più giusto, dove nessuno sia lasciato indietro. Per questo promuoviamo anche modelli di business innovativi, sostenibili ed etici, che valorizzano le persone lungo tutta la filiera di produzione. Per questo incoraggiamo i consumatori ad acquistare con maggiore consapevolezza e a pretendere prodotti davvero migliori e virtuosi, come quelli di I was a Sari.

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