14 Novembre 2012

La fame a tavola

 
la maggior parte degli ospiti -come la maggior parte degli ospiti del nostro pianeta- mangia solo un pugno di riso.
La fame a tavola

La piccola sala «Ivan Della Mea» all’Arci Corvetto di Milano solitamente ospita cene di laurea. Venerdi’ 9 novembre, però, gli abituée che giocano a carte nel cortile del locale hanno assistito ad uno spettacolo nuovo : in saletta la gran parte dei commensali era seduto per terra e, invece di bere e mangiare, discuteva  in una grande assemblea.

Non è una cena ordinaria: è la “Fame a Tavola”, l’evento d’impatto organizzato dagli attivisti milanesi di Oxfam Italia per sensibilizzare al tema del diritto al cibo e lasciare un segno nella coscienza dei partecipanti.
Tutti gli invitati all’ingresso pescano un biglietto che contiene una piccola storia di vita e, come succede nella realtà del nostro pianeta, il caso li assegna ad una fascia di accesso alle risorse alimentari.
Il 15% dei presenti siede a un tavolo imbandito, e mangia in abbondanza.
Il 25% degli invitati siede a un tavolo spoglio, e deve servirsi un pasto mediamente nutriente.
Ma la maggior parte degli ospiti -come la maggior parte degli ospiti del nostro pianeta- mangia solo un pugno di riso.
Dario, attore professionista e maestro di cerimonia, si aggira fra i tavoli e racconta ad ogni gruppo chi rappresenta e quale sia la sua condizione di vita. Poi, la differenza fra le condizioni di vita e l’inesorabilità con cui si giocano i destini individuali emerge dai racconti che Dario chiede ai presenti di leggere.
Storie di repentini impoverimenti, storie di famiglie che vedono espropriata la loro terra, storie di eventi naturali che uccidono persone  e bestiame.
Durante la cena non tutti gli oltre i sessanta presenti s’arrendono all’ingiustizia e allora cominciano a verificarsi dei passaggi di cibo: una “ricca” scende tra i poveri per  condividere il suo pasto. Gli altri ricchi però non la imitano…I poveri, quasi rassegnati, sembrano tuttavia riuscire a creare un clima sereno, chiacchierando fra loro in capannelli, dando le spalle ai ricchi che li sovrastano, accontentandosi del loro misero pasto.
Qualche esponente del “medio reddito” cede volentieri ai “poveri” dei cucchiai colmi di lenticchie: evviva!
Alla fine del pasto si anima il dibattito, Fabio e Dolma moderano gli interventi e danno voce alle tante mani alzate. Qualcuno vuole parlare di come si sentiva, escluso dalla prosperità di questa terra. Una ragazza ci spiega perché ha lasciato il tavolo imbandito per condividere il suo pasto… qualcun altro lancia riflessioni su temi più ampi come le pratiche di consumo critico o il senso di rassegnazione che caratterizzava nella simulazione la fascia a basso reddito… sentire sulla propria pelle , seppure in un arco breve di tempo,  la mancanza di cibo o il suo eccesso, ha reso la riunione emotivamente viva e ha creato una sentitissima compartecipazione degli ospiti.
Distribuiamo poi dei fogli nei quali ciascuno s’impegni a scrivere un buon proposito per la sostenibilità da mettere in atto “da oggi in poi”: andare in bicicletta…non sprecare il cibo..usare energia da fonti rinnovabili…un buon modo per prendere parte al cambiamento, da subito!
Infine una poesia di Mandela conclude la serata conservando il concetto che “sconfiggere la fame non è un atto di carità, ma di giustizia”.
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