Gli attacchi indiscriminati israeliani a Gaza continuano a mietere vittime tra chi cerca di salvare vite. Tasneem era una di loro. Con lei, salgono a 1.600 le vittime tra operatrici e operatori umanitari e sanitari nella Striscia.
IN RICORDO DI TASNEEM
Tasneem aveva 27 anni. Lavorava come psicologa per il nostro partner, Juzoor for Health and Community Development. È rimasta uccisa in un attacco aereo insieme ai suoi bambini, Sham, Suleiman e Baqi. Suo marito è morto alcuni giorni dopo a causa delle ferite riportate nell’attacco.
“Siamo sconvolti per quanto successo.” spiega Paolo Pezzati, nostro portavoce per le crisi umanitarie “Quando è stata uccisa Tasneem era incinta, dopo aver già perso l’anno scorso un altro figlio, Muslam”.
“Era una persona coraggiosa, che non si tirava mai indietro nell’aiutare gli altri.” aggiunge il dottor Umiayeh Khammash, direttore di Juzoor “Nonostante il costante pericolo ha continuato il suo lavoro fino alla fine. La sua morte, insieme a quella dei suoi figli, è una tragedia straziante. Si continuano a uccidere coloro che cercano di aiutare. È incomprensibile e deve finire. Quando è troppo è troppo”.

L’UCCISIONE DEGLI OPERATORI UMANITARI È UN CRIMINE CHE MOLTIPLICA LE SOFFERENZE
Negli ultimi giorni sono state distrutte 3 cliniche e sedi delle associazioni con cui lavoriamo quotidianamente per soccorrere la popolazione di Gaza. Lunedì sono stati distrutti una clinica della Palestinian Medical Relief Society (PMRS) e gli uffici di Al Ataa, associazione di donne che lavora per l’emancipazione e la protezione dei gruppi più vulnerabili. Mercoledì, un altro attacco ha colpito la sede amministrativa e il principale centro medico della PMRS, portando a dieci il numero totale dei centri dell’organizzazione andati distrutti: nove nel nord di Gaza e uno a Khan Younis, nel sud della Striscia.
La PMRS curava ogni giorno migliaia di persone nel nord di Gaza, fornendo assistenza sanitaria di base, servizi alle donne incinte e a persone vulnerabili, assistenza contro la malnutrizione, sostegno psicosociale e cure specialistiche di cardiologia, endocrinologia, pneumologia, nefrologia, nutrizione e oftalmologia. La distruzione dei loro ultimi due centri nel nord di Gaza questa settimana, insieme allo sfollamento forzato del personale e dei pazienti, è un colpo devastante per le comunità che contavano sul loro lavoro quotidiano, dati i pochissimi servizi sanitari ancora in funzione.
“Siamo sopraffatti dal dolore, dalla tristezza e da un profondo senso di ingiustizia.” ha dichiarato il dottor Bassam Zaquot, responsabile della PMRS nella Striscia di Gaza “In un solo istante, il lavoro cruciale svolto dai nostri medici e operatori umanitari è stato distrutto, le nostre strutture sono state completamente spazzate via. In questa situazione siamo costretti a sospendere il lavoro delle nostre équipe mediche mobili a Gaza per garantirne l’incolumità”.

LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE DEVE INTERVENIRE AL PIU’ PRESTO
“Gli attacchi degli ultimi giorni sono solo alcuni tra le centinaia che in quasi 2 anni hanno ucciso impunemente e regolarmente tantissimi operatori umanitari mentre svolgevano il loro cruciale lavoro in aiuto della popolazione o mentre si trovavano a casa con le loro famiglie.” aggiunge Pezzati. “Ad oggi sono oltre 1600 le uccisioni confermate di operatori umanitari e sanitari. I nostri partner, il nostro staff corrono rischi incredibili per fornire aiuti salvavita ai palestinesi di Gaza, le cui sofferenze sono inimmaginabili. L’uccisione di operatori umanitari e la distruzione di infrastrutture umanitarie vitali, come le strutture sanitarie, sono atti criminali e lasciano migliaia di palestinesi senza l’aiuto di cui hanno disperatamente bisogno. Per di più tutto questo avviene mentre i bisogni aumentano in modo esponenziale, con l’intensificarsi delle operazioni militari israeliane a Gaza City, che sta costringendo allo sfollamento forzato quasi un milione di persone, costrette a fuggire verso presunte ‘aree umanitarie’ sovraffollate e prive di qualsiasi di servizio di base”.
“Per questo chiediamo con forza alla comunità internazionale, Italia compresa, di adottare misure urgenti per porre fine al genocidio in corso a Gaza e garantire la protezione di tutti gli operatori umanitari, esercitando ogni pressione diplomatica ed economica necessaria su Israele per arrivare ad un cessate il fuoco permanente e alla revoca dell’assedio, che blocca l’ingresso di aiuti essenziali per la popolazione”.