L’annuncio della prima fase dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza, firmato da tutte le parti coinvolte, è un passo indispensabile per porre fine al genocidio perpetrato da Israele a Gaza.
Accogliamo con favore il rilascio degli ostaggi israeliani e dei palestinesi detenuti illegalmente. Questo fragile cessate il fuoco è però solo l’inizio di un percorso che dovrà culminare con la fine dell’occupazione e del blocco illegali da parte di Israele, concentrandosi sul ripristino dei diritti e la ricostruzione delle vite.
La roadmap dovrà poi essere guidata dai palestinesi, avendo come stella polare il rispetto dei diritti fondamentali. Il futuro di Gaza non è questione di mattoni e cemento: bisogna ripristinare le basi della vita quotidiana, ricostruire le comunità distrutte e offrire percorsi di guarigione e speranza. Ciò deve andare di pari passo con l’autodeterminazione del popolo palestinese.

Il nostro appello alla comunità internazionale
La tregua è la necessaria condizione per un accesso umanitario completo e senza restrizioni a Gaza, ma sarà necessario tutto il sostegno della comunità internazionale per rendere duratura la tregua stessa, garantire l’apertura di tutti i valichi e la libera circolazione di beni e aiuti, affidando lo sforzo umanitario all’ONU.
L’uso deliberato da parte di Israele della fame come strumento di guerra, dello sfollamento forzato e della distruzione delle infrastrutture civili negli ultimi due anni, deve essere indagato come crimine ai sensi del diritto internazionale e i responsabili devono essere chiamati a rispondere delle loro azioni. Il cessate il fuoco è un primo passo verso una fase successiva: preparare il terreno per una pace sostenibile e una vera riconciliazione.
GAZA HA BISOGNO DI AIUTI. HA BISOGNO DI TE.
Il TUO aiuto è prezioso e vitale. Oggi, di fronte a una tale catastrofe umanitaria di proporzioni enormi, puoi fare la differenza portando acqua, cure, salute e igiene.
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