10 Marzo 2011

A Torino le “guide migranti” portano i turisti alla scoperta della città multietnica.

 
Al Food Market Festival di Torino sono state organizzate attività di scambio e promozione dei prodotti tipici. Credits: Danilo Cernicchiaro
Donne ecuadoriane e marocchine al Torino Food Market Festival

Dopo il primo corso per “guide migranti” – cittadini di origine straniera che conducono i turisti a conoscere le proprie comunità di origine nei quartieri più multietnici della città – organizzato grazie al sostegno del progetto IFAD “Agrobiodiversità, culture e sviluppo locale”, promosso dalle Ong Acra e Oxfam Italia, e delle Fondazioni4Africa nella parte relativa ai migranti senegalesi,  vi presentiamo le guide migranti.


Le guide migranti raccontano la città a turisti e cittadini. Sono la dimostrazione pratica che l’intercultura è una grande occasione di conoscenza “sostenibile”: basti pensare che attorno al mercato di Porta Palazzo si parlano oltre 60 lingue ed è possibile, volendo, fare il “giro del mondo in un giorno”!

Porta Palazzo è il mercato multietnico più grande d’Europa dove i contadini delle campagne e delle valli piemontesi, vendono fianco a fianco con i coltivatori cinesi, le donne marocchine con le borse ricolme di pane e mssemen appena sfornato, i macellai e formaggiai romeni che affettano parizer e caçkaval, e i pescatori siciliani che urlano pesce, pesce fresco bella ragazza, in un intreccio unico di sapori e profumi. San Salvario, il quartiere più multietnico della città, è il luogo dove si è realizzata una positiva forma di integrazione tra le seconde generazioni di immigrati, con la nascita di numerose associazioni culturali e di luoghi di culto di diverse religioni.


«I migranti sono attori chiave nello sviluppo del turismo responsabile a partire dalla loro capacità di essere ponte tra due territori e due culture» spiega Enrico Marletto, dell’agenzia Viaggi Solidali, che per prima promuove “le passeggiate migranti a Torino” e che ha dato vita al corso. Le nuove guide migranti sono, in qualche modo, dei “mediatori culturali” del turismo, affiancando le guide tradizionali alla città e introducendo i viaggiatori alla cultura, la gastronomia e le tradizioni delle proprie comunità di origine.

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