16 Giugno 2023

IN SIRIA 12 MILIONI DI PERSONE SOFFRONO LA FAME, MA LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE NON FA ABBASTANZA

 

Terremoto in Siria

Dai Paesi donatori ancora aiuti insufficienti per fronteggiare l’emergenza in Siria nei prossimi mesi, l’allarme all’indomani della Conferenza sulla crisi di Bruxelles

In intere aree del Paese l’acqua pulita è disponibile solo qualche ora alla settimana, la mancanza di elettricità, l’aumento esponenziale dei prezzi di cibo e carburante sta mettendo in ginocchio la popolazione

Appello urgente per un aumento immediato degli aiuti

Anche per il 2023 i Paesi donatori prendono impegni insufficienti a fronteggiare l’emergenza umanitaria in Siria, dove il 90% della popolazione vive sotto la soglia di povertà dopo oltre 12 anni di guerra e un terremoto che 4 mesi fa ha devastato la vita di 9 milioni di siriani, causando decine di migliaia di vittime.

È l’allarme lanciato da Oxfam all’indomani della Conferenza sulla crisi in Siria che si è tenuta a Bruxelles.

“Il sisma dello scorso febbraio sta portando il Paese al collasso economico con un aumento esponenziale dei prezzi dei beni alimentari e un’inarrestabile svalutazione della moneta nazionale. 12 milioni di siriani soffrono la fame, uno dei dati più alti dall’inizio del conflitto, e 6,8 milioni sono gli sfollati interni ha detto Francesco Petrelli, policy advisor sulla sicurezza alimentare di Oxfam ItaliaNonostante questo, gli aiuti necessari a fronteggiare l’emergenza anche quest’anno arriveranno solo in piccola parte. Al momento sono stati annunciati 5,6 miliardi di euro sotto forma di sovvenzioni e 4 miliardi come prestiti per i siriani all’interno del Paese e nei paesi vicini. Una goccia nel mare, di fronte ai reali bisogni di una popolazione costretta ogni giorno a scelte impossibili per poter sopravvivere: comprare cibo o medicine? Spingere le proprie figlie a sposarsi o non avere i soldi necessari per sfamarle? Mandare i bambini a scuola o avere un tetto sulla testa? Per questo lanciamo un appello urgente alla comunità internazionale perché vengano stanziati, il prima possibile, tutti gli aiuti necessari a rispondere all’emergenza”.

Vivere senz’acqua ed elettricità

In questo momento ad Aleppo 3 sfollati su 4 riescono a malapena a mettere insieme un pasto al giorno. In intere aree del Paese la popolazione è costretta a fare i conti con la mancanza di elettricità o acqua corrente pulita. Basti pensare che non vi hanno accesso oltre 11 milioni di siriani.

“La nostra vita ogni giorno è una continua lotta per far fronte alle necessità più normali. – racconta Fadia, 40 anni, madre di tre figli che vive nella zona rurale di HamaIn mancanza di elettricità, il piccolo forno a legna che abbiamo in casa è l’unico modo per cucinare durante i continui black out. La sera usiamo le candele o le lampade a led, ma la luce è talmente poca che i miei figli non riescono a studiare. Anche procurarsi l’acqua è un’impresa, visto che è disponibile solo per poche ore alla settimana, costringendoci a fare scorte che vanno poi razionate”.

“Chi in questo momento riesce a provvedere alla propria famiglia è davvero un eroe. – aggiunge Mazen, 56 anni, piccolo produttore di scarpe di AleppoPrima della guerra guadagnavo quello che mi serviva per vivere più che dignitosamente, oggi tutto è una sfida. A causa della mancanza di elettricità non posso più usare i macchinari e faccio tutto a mano, ma ci vuole il doppio del tempo per produrre la stessa quantità di calzature. Del resto il gasolio per far funzionare le macchine o non c’è o è fuori dalla mia portata”.

La risposta di Oxfam in Siria

Oxfam lavora dal 2013 per soccorrere la popolazione in Siria e i rifugiati che hanno trovato scampo alla guerra nei paesi vicini.

Dopo il terremoto, che lo scorso febbraio ha causato oltre 50 mila vittime in Turchia e Siria, Oxfam e i suoi partner locali hanno soccorso più di 400 mila siriani, allestendo rifugi e distribuendo acqua pulita o kit igienico-sanitari.  Nel paese Oxfam ha anche contribuito a ripristinare le infrastrutture idriche, sostenendo i controlli di sicurezza degli edifici per consentire alle persone di tornare nelle proprie abitazioni. I bisogni sono enormi e continuano a crescere, per questo Oxfam ha l’obiettivo di moltiplicare i propri interventi per raggiungere 800 mila persone nei prossimi tre anni.

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