La diminuzione dell’aiuto pubblico globale, destinato a milioni di persone colpite da conflitti, povertà estrema, fame e dalla crisi climatica, è pari al 7,1%. Le conseguenze del taglio degli aiuti di USAID saranno pesantissime. L’aiuto italiano cresce del 6,7% non compensando i tagli del ’23. Oltre un quarto delle risorse restano entro i confini nazionali per l’accoglienza migranti, nonostante gli arrivi nel ’24 si siano dimezzati.
UN TRADIMENTO DEGLI IMPEGNI INTERNAZIONALI
La pubblicazione dei nuovi dati preliminari 2024 da parte del Comitato per l’aiuto allo sviluppo dell’OCSE denuncia una realtà drammatica. Nel 2024 l’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) da parte dei Paesi ricchi è calato del 7,1%, con un taglio di oltre 11 miliardi di dollari, privando soprattutto i Paesi più poveri – attraversati da guerre, carestie e dall’impatto del caos climatico – di risorse chiave per garantire beni e servizi essenziali come sanità, istruzione e sicurezza alimentare a centinaia di milioni di persone.
“L’aiuto globale l’anno scorso è passato dallo 0,37% allo 0,33% in rapporto al reddito nazionale aggregato dei Paesi Ocse. – ha detto Francesco Petrelli, nostro portavoce e policy advisor su finanza per lo sviluppo – Sono dati che fotografano una triste realtà: ancor prima dei devastanti tagli degli ultimi mesi, i Paesi ricchi hanno tradito le loro promesse di aiuto e si avviano a non rispettare gli impegni internazionali, presi e ribaditi in ogni sede. Solo una manciata di Stati hanno aumentato gli stanziamenti nel 2024. Se l’aiuto pubblico globale continuerà a essere tagliato, sempre più bambini andranno a letto affamati, milioni di persone in più saranno colpiti da malattie del tutto prevenibili e una fascia sempre più ampia della popolazione mondiale cadrà in povertà”.

A RISCHIO LA SOPRAVVIVENZA DI MILIONI DI PERSONE
Ad aggravare la situazione si aggiunge il taglio degli aiuti per far fronte alle più gravi emergenze umanitarie, che già nel 2024 è sceso del 9,6% e quest’anno potrebbe avere ripercussioni drammatiche, dovute in buona parte alla cancellazione degli aiuti di USAID, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale. Secondo le prime stime dell’OCSE, il calo nel 2025 dell’aiuto pubblico globale potrebbe attestarsi infatti tra il 9 e il 17%.
“Fino a oggi gli Stati Uniti sono stati il primo donatore al mondo arrivando a coprire circa il 30% dell’aiuto pubblico allo sviluppo globale nel 2024. – aggiunge Petrelli – Gli effetti della cancellazione degli aiuti di USAID, nei primi mesi dell’amministrazione Trump, per quanto ancora non siano del tutto prevedibili, potrebbero quindi avere effetti devastanti per milioni di persone, producendo crisi e instabilità. Pensiamo solo al taglio degli aiuti per combattere l’HIV, che rischia di lasciare soprattutto in Africa oltre 20 milioni di persone, tra cui 500 mila bambini, senza trattamenti e servizi di cura adeguati. Oppure guardiamo agli effetti della cancellazione dei fondi per soccorrere la popolazione in fuga dai conflitti in Repubblica Democratica del Congo o in Sudan, al momento attraversato dalla più grave crisi umanitaria al mondo e da un’emergenza profughi che sta investendo buona parte dell’Africa orientale. Per il 2025, ad esempio, sono già stati cancellati 64 milioni di dollari di aiuti per il Sud Sudan e il Ciad. Due dei Paesi più poveri del mondo, che stanno accogliendo milioni di profughi sudanesi”.

L’IMPEGNO DELL’ITALIA È INADEGUATO
L’impegno del nostro Paese aumenta del 6,7% in termini assoluti, passando infatti dallo 0,27% allo 0,28% di APS in rapporto al reddito nazionale lordo, ma si tratta di un aumento di poco più di 400 milioni di dollari (da circa 6,1 a 6,5 miliardi), nemmeno in grado di compensare il taglio di 631 milioni di dollari operato tra il ’22 e il ‘23. Eppure oltre il 26% dell’aiuto italiano resta nel nostro Paese per far fronte ai costi dell’accoglienza dei richiedenti asilo, dimezzati passando, secondo i dati del Ministero dell’interno, da circa 157 mila nel ‘23 a 66 mila nel ‘24.
LE NOSTRE RICHIESTE
“Auspichiamo che le risorse italiane vengano destinate interamente alla lotta alla povertà e a far fonte alle più gravi crisi umanitarie, a partire dall’Africa. Una richiesta che assieme alle altre organizzazioni che sostengono la campagna 070, portiamo avanti da tempo”.
Chiediamo che l’obiettivo dello 0,7% in APS fissato dall’ONU ben 54 anni fa, diventi realtà. Per essere centrato, nel 2024, sarebbe stato necessario lo stanziamento aggiuntivo di 237 milioni di dollari a livello globale.
“Siamo di fronte a un baratro che non può essere ignorato e di cui tutta la comunità internazionale deve farsi carico a partire dalla prossima conferenza Onu sulla finanza per lo sviluppo, in programma a luglio a Siviglia. – continua Petrelli – Il disimpegno USA rischia di ipotecare il futuro del pianeta e quindi di tutti”.