5 Giugno 2023

CRISI CLIMATICA, AI PAESI PIÙ POVERI MENO DI UN TERZO DEGLI AIUTI ANNUNCIATI

 

Crisi climatica

Un nuovo report denuncia come i Paesi donatori abbiamo stanziato appena 24,5 miliardi di dollari sugli 83,3 dichiarati per il 2020, di cui appena 11,5 miliardi per l’adattamento a eventi climatici

In Africa orientale la peggiore siccità degli ultimi 40 anni, in Pakistan le inondazioni hanno colpito oltre 33 milioni di persone

Lontano l’impegno a destinare 100 miliardi all’anno di aiuti, mentre il costo della crisi climatica per i Paesi a basso e medio reddito potrebbe arrivare a 580 miliardi all’anno entro il 2030

Mentre le emissioni globali continuano ad aumentare, i Paesi più ricchi e inquinanti sono indietro di tre anni nel rispetto dell’impegno di stanziare 100 miliardi all’anno in aiuti ai Paesi più poveri, gli ultimi responsabili e le prime vittime del caos climatico in atto. Le cifre annunciate sugli aiuti erogati sono inoltre di gran lunga inferiori rispetto a quelle reali.

A denunciarlo è il rapporto, lanciato oggi da Oxfam, in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente e del vertice sul clima dell’UNFCCC.

Il dossier mostra infatti che a dispetto di quanto affermato dai Paesi donatori,  le cifre sono tra i 21 e i 24,5 miliardi di dollari.

Questo avviene perché molti dei progetti finanziati sopravvalutano l’effettiva portata del contrastato alla crisi climatica o perché i finanziamenti sono erogati sotto forma di prestiti al loro valore nominale, aumentando il peso del debito estero in economie già fragili e fortemente indebitate, soprattutto in un periodo in cui i tassi di interesse stanno salendo alle stelle.

Oltre la metà degli aiuti è erogata sotto forma di prestiti

Più della metà di tutti i finanziamenti per l’adattamento ai cambiamenti climatici  viene attualmente erogata sotto forma di prestiti: la Francia eroga ben il 92% degli aiuti bilaterali sul clima in questa forma, l’Austria i 72%, il Giappone 90%, la Spagna l’89%. Nel 2019-20, il 90% di tutti i finanziamenti per il clima forniti dalle banche multilaterali di sviluppo è stato erogato secondo queste modalità.

“Tutto questo è profondamente ingiusto – ha dichiarato Nafkote Dabi, policy advisor di Oxfam sulla crisi climatica – I Paesi ricchi trattano con disprezzo i Paesi più poveri e rendono inefficaci i negoziati sul clima, facendo un gioco pericoloso in cui saremo tutti perdenti”.

Negli USA per sfamare cani e gatti si spende 4 volte quanto stanziato per l’adattamento dei Paesi poveri alla crisi climatica

Inoltre, Oxfam stima che nel 2020 si siano destinati solo tra 9,5 e 11,5 miliardi di dollari per sostenere la capacità di adattamento dei Paesi più poveri.

Basti pensare che negli ultimi tre anni in India, Pakistan e America centro-meridionale si sono verificate ondate di calore record, seguite da inondazioni che solo in Pakistan hanno colpito oltre 33 milioni di persone, i paesi dell’Africa orientale stanno affrontando la peggiore siccità degli ultimi 40 anni, che rischia di uccidere in media 1 persona ogni 28 secondi nei prossimi mesi.

“11,5 miliardi all’anno sono del tutto insufficienti in Paesi a basso e medio reddito dove si devono affrontare inondazioni, uragani, incendi, siccità – continua Dabi – Basti pensare che negli Stati Uniti si spende quattro volte di più ogni anno per nutrire cani e gatti. Nel frattempo, nonostante la loro estrema vulnerabilità, i Paesi più poveri del mondo sono spinti paradossalmente verso un livello di indebitamento insostenibile”.

Non si è nemmeno avverata la possibilità per i Paesi a basso e medio reddito di attrarre investimenti dal settore privato, raccogliendo solo 14 miliardi di dollari all’anno, principalmente per la mitigazione. Gli analisti di Oxfam affermano che è quasi impossibile rintracciare i dettagli sull’utilizzo di questo tipo di finanziamento e sull’effettivo beneficiario. Secondo un recente rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), i finanziamenti privati per l’adattamento sono aumentati da 1,9 miliardi di dollari nel 2018 a 4,4 miliardi di dollari nel 2020, principalmente per via di un progetto di energia a gas naturale in Mozambico che non prevede però eventuali attività di adattamento.

Altra fonte di preoccupazione è che i finanziamenti per “le perdite e i danni” non abbiano ancora una collocazione certa nell’architettura internazionale della finanza climatica. Le stime indicano che i Paesi più poveri potrebbero dover sostenere costi fino a 580 miliardi di dollari all’anno entro il 2030.

L’appello per un aumento effettivo degli aiuti erogati come sovvenzioni e non come prestiti

Le deliberazioni in corso a Bonn per stabilire un nuovo obiettivo globale sulla mobilitazione dei finanziamenti per il clima dal 2025 in poi, rappresentano un’opportunità per ricostruire la fiducia tra i paesi ricchi e quelli a basso e medio reddito. Questa iniziativa è destinata a fallire se prima non verrano risolti gli errori del passato. 

Da qui l’appello urgente di Oxfam per un aumento effettivo e consistente degli aiuti essenziali ad aiutare i Paesi più poveri a mitigare gli effetti della crisi climatica. Stanziandoli sotto forma di sovvenzioni e non come prestiti.

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