Il costo umano della disuguaglianza
La crisi finanziaria globale ha causato un aumento delle disuguaglianze, la concentrazione della ricchezza per pochi privilegiati e la riduzione in condizioni di povertà anche di quelle fasce di popolazione a reddito medio.
I servizi pubblici sono sistematicamente sottofinanziati o vengono esternalizzati ad attori privati, con la conseguenza che ne vengono esclusi i più poveri.
Ecco perché in molti paesi un’istruzione di qualità è diventata un lusso che solo i più ricchi possono permettersi.
Nel mondo 262 milioni di bambini non hanno accesso all’istruzione.


La povertà educativa in Italia
L’Italia è il quinto Paese in Europa per abbandono precoce degli studi, dopo Malta, Spagna, Romania e Portogallo.
Nel nostro Paese, il tasso di ragazzi che abbandonano la scuola – che è il principale segnale di disuguaglianza in campo educativo – è diminuito, passando dal 20,8% del 2006 al 13,8 del 2016 (anche se rimane alto nel confronto europeo), ma si concentra nelle aree più povere del paese, anche con tassi doppi della media.
È, infatti, in tutte le periferie, soprattutto al sud, che crescono gli abbandoni scolastici e si rilevano i più bassi livelli di istruzione: Sardegna, Campania e Sicilia sono le regioni più colpite da abbandono precoce degli studi.
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