23 Ottobre 2020

A RISCHIO FALLIMENTO L’AIUTO ALLO SVILUPPO

 

Roma, 23 ottobre 2020 – Alla vigilia del 50° anniversario della promessa fatta dai paesi ricchi alle Nazioni Unite, di destinare lo 0,7% del loro reddito nazionale lordo (rnl) in aiuto pubblico allo sviluppo (aps), Oxfam denuncia il completo fallimento di questo fondamentale impegno: in 50 anni ai paesi in via di sviluppo sono mancati all’appello 5.700 miliardi di dollari, ossia circa 114 miliardi all’anno.

Aiuti internazionali oggi quanto mai necessari per contrastare l’impatto socio-economico del Covid-19 e dei cambiamenti climatici. La crisi economica che stiamo vivendo rischia di ridurre in povertà da 200 a 500 milioni di persone, rendere volatili gli stanziamenti in aiuto pubblico dei paesi ricchi, impedire a quelli poveri di investire in servizi essenziali – cibo, salute, istruzione –  e far fronte alle altre misure indispensabili di protezione sociale, essenziali per combattere disuguaglianza e povertà. L’aiuto allo sviluppo, in tempi di pandemia, non è un gesto di beneficienza o carità, ma di giustizia.

Aiuto pubblico: com’è andata in Italia?

Dall’analisi condotta da Openpolis e Oxfam nel nuovo dossier Cooperazione Italia 2020, tra declino e un futuro incerto, scende a 0,22% il rapporto tra aiuto pubblico allo sviluppo e reddito nazionale lordo raggiunto dall’Italia nel 2019. Una inarrestabile e pericolosa discesa in termini reali, che fa segnare un – 11,8% tra il 2018 e il 2019. Nel 2017 erano oltre 5 miliardi di euro le risorse destinate alla cooperazione, nel 2019 non sono stati raggiunti nemmeno i 4, fermandosi a 3 miliardi e 897 milioni. 

“L’Italia, come tutti i paesi del comitato Ocse Dac, si era nuovamente impegnata a raggiungere quota 0,7% aps/rnl per centrare l’obiettivo dell’Agenda 2030 a questo dedicato. – ha detto Francesco Petrelli, portavoce di Oxfam ItaliaUn impegno che cerca di rivitalizzare una promessa del tutto disattesa dalla maggior parte dei paesi donatori. Il nostro paese, come altri, si era però posto anche un obiettivo intermedio che consisteva nel raggiungere lo 0,30% entro il 2020. Un traguardo raggiunto momentaneamente nel 2017 ma a cui, per 2 anni consecutivi, è seguita una forte riduzione che nel 2019 ha riportato il rapporto aps/rnl ai livelli del 2015. Scendiamo così nella classifica dei paesi Ocse Dac, passando dal 18° al 19 posto”.

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