Roma, 3 novembre 2023 – Nel nostro Paese, complici le politiche europee, si sta verificando una gravissima crisi del sistema di protezione e di accoglienza dei migranti, esasperata dalle ultime scelte del Governo Meloni. Scelte che, mentre stanno calpestano i diritti dei richiedenti asilo, avranno un impatto anche sulle persone fuggite dall’Ucraina, su cui da tempo è calato il silenzio. 180 mila persone che sino ad oggi, a differenza di tutti gli altri, hanno beneficiato del regime di protezione temporanea, attivato dall’Unione europea dopo lo scoppio della guerra, ma che stanno facendo i conti con tutte le inefficienze di un sistema che dovrebbe essere potenziato per tutelare chi chiede protezione, anziché essere continuamente affossato dalle politiche governative. Basti pensare che ad oggi appena 17 mila dei rifugiati ucraini arrivati in Italia sono inseriti nel sistema di accoglienza, meno del 10%. E che molti di loro stanno facendo i conti con le sue strutturali debolezze.
È la denuncia lanciata oggi da Oxfam con il report “PROTETTI. O NO?”, che fotografa una situazione che, a fronte dell’attuale politica del Governo, è a rischio di implosione.
“Le testimonianze e le evidenze che abbiamo raccolto grazie al lavoro dei nostri team mobili dimostrano semplicemente che in Italia il diritto alla protezione internazionale non è più garantito. – spiega Giulia Capitani, policy advisor su migrazione e asilo di Oxfam Italia – Ancor più se consideriamo le ultime misure messe in campo dal Governo: stiamo assistendo ad una disumanizzazione della gestione del fenomeno migratorio, che passa dall’applicazione di procedure accelerate nell’esame della domanda di asilo, alla detenzione dei richiedenti asilo nei CPR (Centri di Permanenza e Rimpatrio) al solo scopo di valutare la loro richiesta, alle restrizioni alla protezione speciale. Fino ad arrivare ad una pressoché totale desertificazione del sistema di accoglienza, di cui faranno le spese anche i ragazzi e le ragazze tra i 16 e i 18 anni. Un sistema che volutamente viene costretto a una dimensione di costante emergenza, mentre si usa un linguaggio sempre più politicizzato e violento che definisce ‘immigrazione illegale di massa’ i flussi di richiedenti asilo, che non chiedono altro che il riconoscimento dei propri diritti”.
I richiedenti asilo in fila giorno e notte davanti alle Questure, in attesa di poter presentare la domanda di protezione internazionale, costretti a dormire per strada o nei giardini pubblici, sono diventati ormai parte della quotidianità di molte città. I tempi per poter formalizzare la richiesta di asilo sono ormai ovunque di molti mesi. Per non parlare dei tempi di attesa per la convocazione di fronte alle Commissioni Territoriali. Frequente è la richiesta, da parte del personale di polizia, di documentazione non necessaria, e la negazione di posti in accoglienza è costante. Alcune nazionalità sono più colpite di altre, è il caso di chi arriva da Pakistan, Bangladesh, Afghanistan attraverso la rotta balcanica, o dei cittadini sudamericani.
“I richiedenti asilo non li fanno proprio accedere fisicamente agli uffici. Soprattutto quelli che necessitano anche di una sistemazione in accoglienza, vengono rimpallati per settimane o mesi. Gli dicono ‘non c’è posto, torna domani, torna la settimana prossima’.” (Ilenia Ravasio, team mobile in Toscana).
Una situazione che si è prodotta per precise scelte politiche, con il taglio dei servizi per i Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) e le misure che hanno penalizzato il Sistema di Accoglienza e Integrazione, assurdamente riservato a chi ha già ottenuto protezione internazionale. È questo che ha portato alla situazione incandescente di quest’estate, con Comuni e Prefetture chiamati a trovare sistemazioni di emergenza. E di fronte all’aumento degli sbarchi, nemmeno un euro viene stanziato da questo governo nel potenziamento dell’accoglienza.
Nonostante la creazione di un sistema a doppio binario tra i beneficiari di protezione temporanea e i richiedenti asilo di altre nazionalità, tutti pagano le spese di questa situazione caotica.
“Qui in albergo, una struttura per la primissima accoglienza, sono rimasti per mesi due anziani, soli: un signore ultraottantenne, scarsamente autosufficiente, e uno di circa sessant’anni sopravvissuto a torture e violenza sessuale subite in Ucraina, allettato. Non c’era nessuna struttura adatta per loro, non sapevano dove mandarli.” (Luisa Digregorio, team mobile a Roma)
Inoltre, in queste settimane ci sono notizie di famiglie ucraine, ospitate nei CAS dall’inizio della guerra, che vengono spostate in SAI di altre regioni per far posto ai richiedenti asilo in arrivo dal Mediterraneo (che, in seguito a quanto deciso dal Decreto Cutro, non possono accedere ai centri SAI).
“I profughi ucraini stanno pagando il prezzo della disorganizzazione del Governo. – continua Capitani – Famiglie anche con bimbi piccoli e iscritti a scuola vengono trasferite da un giorno all’altro in altre regioni e se si rifiutano, perdono il diritto all’accoglienza”.
C’è infine un altro tema che non viene considerato, ma che senza un intervento efficace e immediato da parte del Governo rischia realmente di causare il collasso del sistema di asilo in Italia. Tra meno di un anno e mezzo – il 5 marzo 2025- i permessi per protezione temporanea scadranno tutti, senza possibilità di altri rinnovi. E in mancanza di appositi interventi normativi, tutte le persone ucraine che intendono restare in Italia faranno domanda di asilo, perché sarà l’unico modo per ottenere un permesso di soggiorno.
“Cosa succederà quando alle attuali richieste di protezione internazionale si sommeranno altre decine di migliaia di richieste di asilo? – conclude Capitani – Che impatto avrà questo sul sistema delle Commissioni Territoriali? Al momento c’è un vuoto normativo, che deve essere colmato, a livello italiano ed europeo, il prima possibile.
In un quadro tanto critico Oxfam chiede al Governo:
Relativamente alla crisi del sistema di protezionale internazionale e del sistema di accoglienza, chiediamo al Ministero dell’Interno e al Governo di:
Ufficio stampa Oxfam Italia
Mariateresa Alvino – 348.9803541 – [email protected]
David Mattesini – 349.4417723 – [email protected]
[i] Decreto Legislativo n°142/2015, art.16.