Roma, 1 dicembre 2023 – In risposta alla fine della pausa umanitaria a Gaza concordata tra il governo israeliano e Hamas, che ha significato una ripresa delle ostilità con decine di vittime in poche ore, Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia, ha dichiarato:
“Sebbene Oxfam accolga con favore il rilascio degli ostaggi israeliani e stranieri che si sono ricongiunti alle proprie famiglie durante la pausa, in cambio della liberazione dei detenuti palestinesi, in questo momento di fatto la popolazione di Gaza è tenuta in ostaggio in una prigione a cielo aperto. La pausa umanitaria ha portato una breve tregua dagli attacchi aerei, dai bombardamenti e dal terrore, ma era chiaro dall’inizio che non sarebbe mai stata sufficiente per garantire l’ingresso degli aiuti necessari ad una popolazione che ha perso tutto ed è ancora in gran parte senza cibo, acqua e servizi essenziali. Con la ripresa del conflitto il futuro e la vita di 2 milioni di palestinesi viene messa di nuovo a rischio, così come quello dei civili israeliani”.
Durante la pausa è stato registrato l’ingresso di oltre 1.000 camion di aiuti a Gaza, ma si tratta di meno di un terzo di quanti ne entravano prima dell’inizio dell’assedio totale quando era consentito l’ingresso di merci.
“Negli ultimi giorni la distribuzione degli aiuti alimentari, di coperte, di forniture di acqua potabile e carburante per cucinare ha raggiunto solo una piccola parte della popolazione. Al momento, 1,8 milioni di persone ossia l’80% della popolazione è sfollata e allo stremo. – aggiunge Pezzati – Gaza è un inferno in questo momento e la speranza di arrivare ad un cessate il fuoco duraturo si sta allontanando. A questo si aggiunge lo spettro di un ulteriore trasferimento forzato di massa degli sfollati da Khan Younis, che aggraverebbe notevolmente la catastrofe umanitaria in corso”.
Oxfam guarda inoltre con preoccupazione ai piani di creazione di “zone sicure” nel sud di Gaza per la consegna degli aiuti, perché logisticamente ingestibili e contrari all’obbligo di Israele di consentire il libero accesso agli aiuti umanitari in quanto Paese occupante. Tanto più alla luce degli attacchi a sud già da questa mattina, che minano la sicurezza di zone che rimangono estremamente pericolose. Tali zone non garantiscono infatti alcuna protezione dei civili, quando vengono dichiarate unilateralmente o fatte rispettare dalla presenza di forze armate.
“In questo contesto rilanciamo un appello urgente alla comunità internazionale e all’Italia perché mettano in campo tutti gli sforzi diplomatici per arrivare a un cessate il fuoco duraturo, garantire l’accesso agli aiuti umanitari attraverso Israele e l’Egitto a tutti coloro che ne hanno bisogno e assicurare il rilascio degli ostaggi rimasti”, conclude Pezzati.
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