17 Settembre 2025

GENOCIDIO A GAZA, L’APPELLO DI 20 ORGANIZZAZIONI UMANITARIE, TRA CUI OXFAM, AI LEADER MONDIALI

 
I vigili del fuoco, insieme al personale della protezione civile, ai medici della città di Gaza e ad altri membri della comunità, uniscono le forze per rimuovere le macerie di una casa colpita dalle forze israeliane nella zona di Al Remal. Credit: Marwan Sawwaf/ Alef Multimedia/ Oxfam
I vigili del fuoco, insieme al personale della protezione civile, ai medici della città di Gaza e ad altri membri della comunità, uniscono le forze per rimuovere le macerie di una casa colpita dalle forze israeliane nella zona di Al Remal. Credit: Marwan Sawwaf/ Alef Multimedia/ Oxfam

65 mila vittime, tra cui 20 mila bambini dall’inizio della guerra, 9 persone su 10 sono sfollate mentre la carestia dilaga. Dopo la conferma sul genocidio in corso arrivata dalla Commissione d’inchiesta dell’Onu, la richiesta urgente alla comunità internazionale per un’azione immediata che metta fine al massacro di civili e all’occupazione illegale in corso.

Attesa una presa di posizione decisa in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite della prossima settimana.

Roma, 17 settembre 2025 – Oltre 20 Organizzazioni umanitarie al lavoro a Gaza, tra cui Oxfam, lanciano un appello urgente alla comunità internazionale per fermare il massacro di civili a Gaza, dopo che la Commissione d’Inchiesta Internazionale Indipendente delle Nazioni Unite ha concluso, per la prima volta, che nella Striscia, è in corso un genocidio.

Di seguito la dichiarazione congiunta dei direttori delle organizzazioni firmatarie dell’appello:

I leader mondiali si riuniranno la prossima settimana alle Nazioni Unite (ONU) e per questo chiediamo a tutti gli Stati membri di agire in conformità con il mandato affidato all’ONU 80 anni fa.

Quello a cui stiamo assistendo a Gaza non è solo una catastrofe umanitaria senza precedenti, ma ciò che la Commissione d’Inchiesta dell’Onu ha ora definito un genocidio. La Commissione si unisce a un numero crescente di organizzazioni per i diritti umani e di leader a livello globale, compresi quelli all’interno dello Stato di Israele.

La disumanità della situazione a Gaza è inimmaginabile. Come organizzazioni umanitarie, siamo stati testimoni diretti delle morti orribili e delle sofferenze del popolo di Gaza. I nostri appelli sono stati ignorati e migliaia di vite sono ancora in pericolo.

Adesso, dopo che il governo israeliano ha ordinato lo sfollamento in massa di Gaza City – casa di quasi un milione di persone – la tragedia di Gaza si avvierà ad una fase ancora più devastante, se non verranno prese misure concrete. La Striscia, infatti, è stata deliberatamente resa inabitabile.

Circa 65.000 palestinesi sono stati uccisi, di questi oltre 20.000 sono bambini. Migliaia sono dispersi, sepolti sotto le macerie che hanno preso il posto delle strade animate di Gaza. Su una popolazione di 2,1 milioni, 9 persone su dieci sono state sfollate con la forza – la maggior parte più volte – in spazi sempre più piccoli tanto da non permetterne la sopravvivenza. Più di mezzo milione di persone sta morendo di fame. Da quando la carestia è stata dichiarata, sta continuando a diffondersi. Il mix di fame e privazione fisica si traduce nella morte quotidiana di tantissime persone. In tutta Gaza, intere città sono state rase al suolo, insieme alle infrastrutture pubbliche essenziali per la sopravvivenza, come ospedali e impianti di trattamento dell’acqua. I terreni agricoli sono stati sistematicamente devastati. Se i fatti e i numeri non dovessero bastare, ci sarebbero molteplici storie strazianti a testimonianza.

Da quando l’esercito israeliano ha intensificato l’assedio, sei mesi fa, bloccando l’ingresso di cibo, carburante e medicine, abbiamo visto bambini e famiglie consumate dalla fame mentre la carestia si allargava. Anche i nostri colleghi ne hanno sofferto. Molti di noi sono stati a Gaza. Abbiamo incontrato un numero incalcolabile di palestinesi che ha perso arti a causa dei bombardamenti israeliani. Abbiamo incontrato bambini così traumatizzati dai continui bombardamenti che non riescono più a dormire, a parlare ed altri che ci hanno detto che vorrebbero morire per raggiungere i loro genitori in paradiso. Abbiamo incontrato famiglie che mangiano cibo per animali per sopravvivere e cucinano foglie come pasto per i propri figli. Eppure, i leader mondiali restano inermi. I fatti vengono ignorati. Le testimonianze vengono accantonate e, come conseguenza diretta, altre persone vengono uccise. Le nostre organizzazioni, insieme a gruppi della società civile palestinese, all’Onu e alle organizzazioni israeliane per i diritti umani, possono agire solo fino a un certo punto. Abbiamo cercato instancabilmente di difendere i diritti del popolo di Gaza e di sostenere l’assistenza umanitaria, ma veniamo ostacolati di continuo.

Ci è stato negato l’accesso e si è rivelata fatale la militarizzazione del sistema di aiuti. Migliaia di persone sono state attaccate, mentre cercavano di arrivare ai pochi siti dove il cibo viene distribuito sotto scorta armata.

I governi devono agire ora per prevenire la distruzione della vita nella Striscia di Gaza e per porre fine alle brutalità e all’occupazione. Tutte le parti devono rinunciare alla violenza, rispettare il diritto umanitario internazionale e perseguire la pace. Gli Stati devono utilizzare tutti gli strumenti politici, economici e legali a loro disposizione per intervenire. La retorica e le mezze misure non bastano. Questo drammatico momento richiede un’azione decisa e concreta. L’Onu ha stabilito che il diritto internazionale è il fondamento della Pace e della sicurezza globale. Se gli Stati membri continueranno a trattare gli obblighi che ne derivano come opzionali, non saranno solo complici, ma stabiliranno un pericoloso precedente per il futuro. La storia giudicherà senza dubbio questo momento come una prova di umanità. A oggi stiamo fallendo con il popolo di Gaza, con gli ostaggi, verso la nostra responsabilità etica collettiva”.

Ufficio stampa

Mariateresa Alvino – 348.9803541 – [email protected]

David Mattesini – 349.4417723 – [email protected]

 

I firmatari:

  • Arthur Larok, Secretary General of ActionAid International
  • Othman Moqbel, Chief Executive Officer, Action For Humanity
  • Joyce Ajlouny, General Secretary of American Friends Service Committee
  • Sean Carroll, President and CEO of Anera
  • Reintje Van Haeringen, Executive Director CARE International
  • Jonas Nøddekær, Secretary General of DanChurchAid
  • Charlotte Slente, Secretary General of the Danish Refugee Council
  • Manuel Patrouillard, Managing Director, Humanity & Inclusion – Handicap International
  • Jamie Munn, Executive Director, International Council of Voluntary Agencies (ICVA)
  • Waseem Ahmad, CEO, Islamic Relief Worldwide
  • Joseph Belliveau, Executive Director of MedGlobal
  • Joel Weiler, Executive Director of Médecins du Monde France
  • Nicolás Dotta, Executive Director of Médecins du Monde Spain
  • Christopher Lockyear, Secretary General of Médecins Sans Frontières International
  • Kenneth Kim, Executive Director, Mennonite Central Committee Canada
  • Ann Graber Hershberger, Executive Director, Mennonite Central Committee US
  • Jan Egeland, Secretary General of the Norwegian Refugee Council
  • Amitabh Behar, Oxfam International Executive Director
  • Simon Panek, CEO, People in Need
  • Inger Ashing, CEO of Save the Children International
  • Donatella Vergara, President of Terre des Hommes Italy
  • Rob Williams, CEO of War Child Alliance

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