27 Febbraio 2024

NEI PAESI G20 PER OGNI DOLLARO DI GETTITO FISCALE MENO DI 8 CENTESIMI PROVENGONO DA IMPOSTE SUL PATRIMONIO

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona, denaro e il seguente testo "8 OXFAM Italia $ $ Un'imposta progressiva sui patrimoni netti superior a 5 MILIONI DI DOLLARI potrebbe generare quasi 1.500 MILIARDI DI DOLLARI ALL'ANNO per Paesi del G20"

Negli ultimi 40 anni, in media, nei Paesi del G20, l’1% più ricco ha visto aumentare la propria quota di reddito del 45%, mentre l’aliquota massima dell’imposta sui redditi personali è diminuita di circa un terzo

In molti Paesi del G20 i più facoltosi pagano, in proporzione al reddito, meno imposte di chi guadagna meno

Un’imposta progressiva sui patrimoni netti superiori a 5 milioni di dollari potrebbe generare quasi 1.500 miliardi di dollari all’anno per i Paesi del G20

È in corso la raccolta firme di Oxfam, La Grande Ricchezza, a supporto dell’Iniziativa dei Cittadini Europei per l’istituzione di un’imposta europea sui grandi patrimoni

Roma, 27 febbraio 2024 Nei Paesi del G20, in media, per ogni dollaro di gettito fiscale, meno di 8 centesimi provengono oggi dalle imposte sul patrimonio, mentre più di 32 centesimi (oltre quattro volte tanto) arrivano dalle imposte su beni e servizi che gravano in modo sproporzionato sulle famiglie a basso reddito.

A rivelarlo è Oxfam, alla vigilia della prima riunione dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali del G20 a San Paolo, in Brasile.

I dati mostrano come nel 2022 l’1% più ricco, in termini reddituali, nei Paesi del G20 ha percepito 18.000 miliardi di dollari. Un ammontare superiore al PIL della Cina.

Negli ultimi quattro decenni, la quota di reddito (al netto delle imposte) detenuta dall’1% dei più facoltosi nel G20 è aumentata in media del 45%, mentre nello stesso periodo l’aliquota massima dell’imposta sui redditi personali è diminuita di circa un terzo, passando da quasi il 60% nel 1980 al 40% nel 2022.

La ridotta tassazione della ricchezza e un prelievo più blando sui redditi da capitale hanno esasperato ulteriormente l’iniquità dei sistemi fiscali.

Oxfam osserva infatti che, considerando il complesso delle imposte dirette, indirette e dei contributi sociali nei Paesi del G20 – come Brasile, Francia, Italia, Regno Unito e Stati Uniti – chi guadagna di più, versi in proporzione al reddito, minori imposte di chi percepisce entrate inferiori.Nei Paesi del G20 risiedono inoltre quasi quattro su cinque dei miliardari globali.

“I sistemi fiscali giocano un importante ruolo per la riduzione dei divari economici nelle nostre società. – ha dichiarato Misha Maslennikov, policy advisor su giustizia fiscale di Oxfam Italia – Negli ultimi decenni la progressività e il potenziale redistributivo del sistema di imposte e trasferimenti si sono notevolmente ridotti. Contestualmente si è ridimensionato il prelievo in capo alle persone più facoltose. Su questo oggi abbiamo bisogno di un’inversione di tendenza per garantire prospettive di benessere equo a tutti e tutelare la qualità della nostra democrazia”.

La Presidenza brasiliana del G20 ha intenzione di dare impulso a una nuova agenda internazionale sulla tassazione dei super-ricchi per assicurare maggiore sostenibilità alle finanze pubbliche, rafforzare l’equità dei sistemi impositivi e contrastare le disuguaglianze all’interno dei Paesi. Molti super-ricchi sembrano essere d’accordo: secondo un recente sondaggio quasi tre quarti dei milionari dei Paesi del G20 sono favorevoli a un aumento delle imposte sulla ricchezza e oltre la metà ritiene che la ricchezza estrema sia una “minaccia per la democrazia”.

Imposte più elevate sulla ricchezza e sul reddito dei più facoltosi potrebbero generare cospicue risorse, indispensabili per affrontare le sfide del nostro tempo come l’aumento delle disuguaglianze e dell’esclusione sociale, e il cambiamento climatico. A titolo esemplificativo, Oxfam ha calcolato come un’imposta progressiva sui patrimoni netti superiori a 5 milioni di dollari nei Paesi del G20 possa fruttare quasi 1.500 miliardi di dollari all’anno.

Un ammontare superiore di 546 miliardi alle risorse stimate come necessarie per porre fine alla fame nel mondo, aiutare i Paesi a basso e medio reddito ad adattarsi al cambiamento climatico e riportare il mondo sulla strada del raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite.

“Se, come auspichiamo, i piani della Presidenza brasiliana venissero accolti con favore dai partner del G20, si tratterebbe di un chiaro segnale di attenzione alle istanze dei tanti cittadini che vedono con favore l’aumento del prelievo fiscale a carico dei super-ricchi. – conclude Maslennikov – Lo confermano le rilevazioni demoscopiche condotte in tanti Paesi del G20 e, nel contesto Ue, l’Iniziativa dei Cittadini Europei relativa all’introduzione di un’imposta europea sui grandi patrimoni, promossa in Italia da Oxfam con la campagna La Grande Ricchezza”.

La campagna la #LaGrandeRicchezza è realizzata in partnership con Fatto Quotidiano e Radio Popolare.

Ufficio stampa

Mariateresa Alvino – 348.9803541 – [email protected]

David Mattesini – 349.4417723 – [email protected]

NOTE

  • Secondo la Banca Mondale il PIL della Cina è pari a 17.960 miliardi nel 2022.
  • I Paesi membri del G20 raccolgono in media solo il 7,6% del gettito fiscale attraverso imposte sul patrimonio (escluse India, Russia ed Arabia Saudita, per le quali i dati non sono disponibili). Le imposte sul patrimonio comprendono, inter alia, le imposte sulla proprietà, le imposte di successione, nonché le imposte ricorrenti e non ricorrenti sul patrimonio netto. In media, i Paesi del G20 raccolgono il 32,3% del gettito fiscale attraverso le imposte su beni e servizi, tra cui l’IVA e le imposte generali sulle vendite. La fonte dei dati è il Global Revenue Statistics Database dell’OCSE.
  • La quota del reddito ante-imposte dell’1% dei percettori di redditi più elevati nei Paesi del G20 è passata dall’11% del 1980 al 16% del 2022. Si tratta di un aumento del 45%. La fonte dei dati distribuzionali è il World Inequality Database.
  • Nel 1980 la massima aliquota marginale dell’imposta sui redditi personali era pari al 59,5%, in media per i 17 Paesi del G20 (l’Arabia Saudita non ha un’imposta sul reddito delle persone fisiche e la Russia è stata esclusa a causa della limitatezza dei dati). Nel 2022, l’aliquota fiscale massima era pari al 40,4%, in media per gli stessi 17 Paesi, registrando dunque un calo del 32,1% nell’intervallo di tempo esaminato.
  • Studi condotti in Brasile, Francia, Italia, Regno Unito e Stati Uniti hanno mostrato come i percettori di redditi più elevati versino aliquote effettive del prelievo (tenendo conto del complesso delle imposte dirette, indirette e dei contributi sociali) inferiori a quelle corrisposte da contribuenti appartenenti a gruppi di reddito più bassi.
  • Quasi tre quarti dei milionari intervistati nei Paesi del G20 sono a favore di imposte più alte sulla ricchezza e più della metà pensa che la ricchezza estrema sia una “minaccia per la democrazia”. Il 72% ritiene che l’estrema ricchezza aiuti ad acquisire influenza politica.
  • La maggioranza dei rispondenti a sondaggi condotti in molti Paesi del G20 è favorevole ad aumentare il prelievo fiscale sugli individui più facoltosi. Ad esempio, la maggioranza dei rispondenti negli Stati Uniti, l’80% degli indiani, l’85% dei brasiliani e il 69% delle persone intervistate in 34 paesi africani sono favorevoli ad aumentare le imposte sui ricchi.
  • Lo scorso gennaio, 260 milionari e miliardari hanno firmato una lettera per chiedere ai leader mondiali di aumentare le imposte a carico dei più ricchi. A settembre 2023, quasi 300 economisti, milionari e politici, tra cui 18 ex capi di Stato, hanno chiesto al G20 di tassare la ricchezza estrema.
  • Durante gli incontri annuali della Banca Mondiale e del FMI a Marrakesh lo scorso anno, il ministro delle Finanze del Brasile, Fernando Haddad, ha discusso i piani del Brasile per fare progressi sulla tassazione dei più ricchi durante la Presidenza brasiliana del G20.
  • Secondo le stime attuali, i Paesi donatori devono investire circa 37 miliardi di dollari ogni anno fino al 2030 per contrastare la fame estrema e cronica.
  • Secondo l’Adaptation Gap Report 2023 dell’UNEP, i finanziamenti necessari per l’attuazione delle priorità di adattamento identificate dai Paesi a basso e medio reddito sono stimati in 387 miliardi di dollari all’anno.
  • Il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres ha recentemente invitato il G20 a investire 500 miliardi di dollari all’anno per contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

    Per maggiori informazioni e l’adesione alla campagna La Grande Ricchezza si consulti il sito dedicato: oxfam.it/lagrandericchezza

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