14 Maggio 2020

OXFAM: “VACCINARE LA METÀ PIU’ POVERA DEL PIANETA COSTEREBBE MENO DI QUANTO LE 10 BIG DEL FARMACO GUADAGNANO IN 4 MESI”

 

Roma, 14 maggio 2020 _Per vaccinare contro il coronavirus la metà più povera della popolazione mondiale – 3,7 miliardi di persone – servirebbe meno di quanto le 10 maggiori multinazionali del farmaco guadagnano in 4 mesi.  Per sconfiggere la pandemia, è perciò indispensabile che governi e aziende farmaceutiche si impegnino per garantire che vaccini, test diagnostici e terapie siano gratuiti ed equamente distribuiti a tutti, in tutti i paesi del mondo. Solo così sarà possibile vincere questa sfida, in cui nessuno è salvo se non lo saremo tutti.

E’ l’appello lanciato da Oxfam alla vigilia dell’Assemblea Mondiale della Sanità, in programma il 18 maggio con i ministri della salute dei 194 stati membri collegati a distanza.

La “battaglia” sui brevetti dei vaccini: prioritario anteporre la vita di decine milioni di persone al profitto delle case farmaceutiche

La Fondazione Gates ha calcolato che per produrre e distribuire un vaccino efficace e sicuro per le persone più povere del mondo serviranno 25 miliardi di dollari, meno dei circa 30 miliardi di dollari che le 10 big del farmaco hanno guadagnato in media in soli 4 mesi lo scorso anno. A fronte di profitti complessivi per 89 miliardi di dollari nel 2019. Eppure paesi ricchi e grandi aziende farmaceutiche – spinti da interessi nazionali e privati – potrebbero impedire o ritardare la distribuzione di vaccini nei paesi in via di sviluppo.

Sul tema, l’Unione Europea ha presentato una risoluzione all’Assemblea Mondiale della Sanità, che propone la creazione di un meccanismo volontario di negoziazione collettiva delle licenze dei brevetti tra gli stati e le case farmaceutiche e di condivisione di dati e conoscenze relative a   vaccini, terapie e test diagnostici COVID-19, che possa garantire prezzi accessibili per il maggior numero di paesi, inclusi quelli più poveri. Uniniziativa che rappresenta un primo passo nella giusta direzione, anche se ancora insufficiente. Se, infatti, questomeccanismo fosse reso obbligatorio e applicato a livello globale, potrebbe permettere a tutti i paesi di produrne versioni a basso costo, oppure importarle se non hanno le infrastrutture adeguate per la produzione.

Dai documenti trapelati risulta però purtroppo che l’amministrazione Trump, stia lavorando per eliminare dalla risoluzione qualsiasi riferimento a questo meccanismo, inserendo un forte richiamo al rispetto dei diritti sui brevetti delle case farmaceutiche, che vedrebbero quindi garantita l’esclusività nella produzione e la possibilità di fissare i prezzi di vaccini, terapie e test che svilupperanno. Ciò appare tanto più inaccettabile, per il fatto che per finanziare il loro lavoro di ricerca e sviluppo siano stati utilizzati fondi pubblici.

Sarebbe disumano e controproducente per la tutela della salute di ciascuno di noi, indipendentemente dal Paese in cui viviamo, non garantire a tutti la possibilità di essere vaccinati – ha detto Sara Albiani, policy advisor di Oxfam Italia per la salute globaleVaccini, test e cure efficaci e sicure dovrebbero essere prodotti su scala globale e distribuiti senza brevetti, a basso costo, in base ai bisogni nelle diverse aree del mondo, anziché essere messe all’asta al migliore offerente. Abbiamo bisogno di un Piano globale che stabilisca chiaramente come saranno prodotti e distribuiti, definendo tutte le garanzie del caso”.

Un Piano globale per scongiurare il rischio che solo i paesi più ricchi si aggiudichino vaccini e cure

Serve un Piano globale per scongiurare il rischio che i paesi ricchi si aggiudichino, una volta sviluppati, vaccini e terapie a scapito di quelli più fragili, così come successo sinora con i dispositivi di protezione e i respiratori polmonari per le terapie intensive. Occorre inoltre evitare che alcune aziende farmaceutiche possano trarre profitti enormi a scapito della salute globale, controllando la produzione e fissando i prezzi di farmaci utili per il trattamento del coronavirus.

Valga per tutti un esempio: lo scorso marzo, su pressione dell’opinione pubblica, la casa farmaceutica Gilead ha rinunciato alla inclusione del Redemsivir (già sviluppato per combattere l’Ebola e potenzialmente efficace anche contro il Covid-19) nella categoria dei farmaci per la cura delle malattie rare, che le avrebbe consentito di fissare prezzi altissimi e ingenti profitti come produttore esclusivo. Tuttavia, l’azienda – secondo le stime di autorevoli analisti economici –  avrebbe intenzione di realizzare ampi guadagni dalla vendita del farmaco, fissandone un prezzo comunque di 4.000 dollari a paziente, a fronte di un costo di produzione stimato di circa 9 dollari.

Molti paesi poveri non sono in grado di accedere a vaccini e cure essenziali, proprio a causa delle norme sui brevetti che conferiscono alle società farmaceutiche il diritto di monopolio e il potere di stabilire prezzi ben al di sopra di ciò che cittadini e Governi possono permettersi di pagare – aggiunge Albiani.- La polmonite da pneumococco, ad esempio, è la prima causa di mortalità per i bambini sotto i 5 anni, con 2 mila vittime ogni giorno. Ma per oltre un decennio, milioni di bambini non hanno avuto accesso ai vaccini contro lo pneumococco brevettati e prodotti da Pfizer e GlaxoSmithKline a causa del costo troppo alto. Solo nel 2016, dopo una campagna pubblica promossa da MSF, i prezzi sono stati abbassati, ma solo per i Paesi più poveri, lasciando comunque milioni di bambini senza in tutto il mondo”.

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