9 Gennaio 2013

È ora che la Banca Mondiale si decida ad agire

 

È ora che la Banca Mondiale si decida ad agire!

Nel corso degli ultimi anni, Oxfam ha portato alla luce sempre di più la portata e l’impatto del land grabbing nei paesi in cui opera. Quando la velocità e la scala di questo fenomeno sono divenuti chiari, abbiamo capito che dovevamo agire.

Siamo fermamente convinti che la Banca Mondiale sia in una posizione unica per cambiare le regole del gioco, ed è per questo che le stiamo chiedendo di assumere un ruolo guida nel cambiare le modalità delle compravendite di terreni agricoli nei paesi in via di sviluppo. La Banca ha sentito le nostre richieste, e si è impegnata a lavorare insieme a Oxfam sulla questione della terra. Ora è il momento di andare avanti.
Coltivando batate in Malawi

Ricapitoliamo il problema

La corsa alla terra nei paesi in via di sviluppo è davvero ampia. Nei paesi poveri, gli investitori stranieri acquistano un’area di terra due volte la dimensione di Città del Messico ogni 5 giorni. In Liberia più del 30% della terra è stato dato in concessioni di larga scala negli ultimi 5 anni, con conseguenze spesso disastrose per le comunità locali. Non stiamo accusando la Banca Mondiale per questo, ma le stiamo chiedendo di contribuire a far sì che le persone povere non continuino ad essere vittime del land grabbing in futuro.

Perché abbiamo scelto la Banca Mondiale

Anche se la responsabilità del fenomeno del land grabbing è di molti – dai governi agli investitori privati –, il modo migliore e più efficace di affrontare la questione non è prenderli di mira uno ad uno. Dobbiamo guardare ad un quadro più ampio, alle istituzioni che hanno influenza su questi diversi soggetti e che governano e sono un modello in tutto il mondo. La Banca Mondiale è la numero uno fra queste istituzioni, in quanto fornisce finanziamenti fondamentali ai paesi in via di sviluppo ed ha un ruolo di primo piano sul palcoscenico della questione terra. Oltre a ciò la Banca fissa degli standard per gli altri investitori e fa da consulente per le politiche dei paesi in via di sviluppo, ma soprattutto ha fra i suoi obiettivi fondamentali la riduzione della povertà.

Considerando che i suoi investimenti in agricoltura sono cresciuti da 2,5 miliardi di dollari nel 2002 a 6-8 miliardi nel 2012, la Banca Mondiale ha un ruolo sempre più di primo piano quando si tratta di compravendite di terra. Molte di queste si sono già rivelate casi controversi: dal 2008 ci sono stati 21 reclami riguardanti dispute sulla terra portati dalle comunità alla Banca Mondiale (Oxfam è coinvolto in alcuni di questi ricorsi). Anche se non tutti questi casi si riferiscono ai tipi di investimenti a cui si rivolge la nostra campagna (acquisizioni di terra di larga scala) questi reclami sono un buon indicatore che qualcosa non va nel processo di valutazione preliminare della Banca Mondiale. E secondo le statistiche della stessa Banca, il numero di controversie in materia agroalimentare è cresciuto nel corso degli ultimi 4 anni.

Noi crediamo che se la Banca mondiale non adotta standard più elevati, è improbabile che altri investitori lo facciano. Ecco perché è necessario che la Banca mondiale assuma un ruolo guida. Se così fosse, speriamo di poterla portare come esempio per promuovere il cambiamento in altre istituzioni, dalle banche di sviluppo regionali agli investitori privati. Non stiamo attaccando la Banca Mondiale: vogliamo incoraggiarla a usare il suo grande potere per cambiare in positivo i termini del dibattito sulla terra. E chi potrebbe non volerlo?

Cosa stiamo chiedendo alla Banca Mondiale

La Banca Mondiale può svolgere un ruolo fondamentale nel fermare la corsa globale alla terra congelando i suoi investimenti in acquisizioni di terra di larga scala per 6 mesi e aggiustando le sue politiche. In questo lasso di tempo, chiediamo che la Banca definisca standard – che anche gli altri investitori dovrebbero rispettare – in modo da evitare compravendite di terre di larga scala a discapito delle persone che ci vivono.

La Banca dovrebbe anche rendere queste compravendite più trasparenti così da rendere chiara la responsabilità che hanno gli investitori verso le comunità e i governi locali. Inoltre dovrebbe garantire il consenso della comunità nei progetti in cui investe e avere un ruolo positivo nella promozione dei diritti sulla terra e di buone pratiche di governance.

Cosa ha fatto la banca Mondiale finora e cosa ci aspetta in futuro

È fantastico che la Banca Mondiale si sia già impegnata con la nostra campagna pubblicamente: ha infatti riconosciuto che gli abusi esistono e condivide la nostra preoccupazione riguardo al land grabbing. Si è inoltre impegnata a dialogare con Oxfam su questo problema. Ma ciò non basta. A tre mesi dall’inizio della campagna, ora è il momento di fare sul serio. La Banca ha dichiarato che non sospenderà per 6 mesi gli investimenti come le abbiamo chiesto (qua la nostra risposta sul perché è sbagliato considerare la sospensione una cattiva idea). Noi andremo avanti con la nostra richiesta, ma vogliamo anche sentire come la Banca risponderà alle altre nostre richieste sopraelencate. Anche se la Banca non è d’accordo con il congelamento degli investimenti, questo non significa che non possa migliorare le proprie politiche.

Questa è l’occasione in cui la Banca Mondiale può mostrare di essere all’altezza del suo ruolo di leader mondiale e come può essere una forza per il bene.

Se non lo hai già fatto, chiedi alla Banca Mondiale di fare la cosa giusta!

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