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G7 di Taormina: un posto a tavola per 30 milioni di affamati

Il 26 e 27 maggio i leader del G7 si incontreranno a Taormina: emergenza fame in Africa, cambiamenti climatici, migrazioni e disuguaglianza saranno i temi trattati.

Emergenza carestia in Africa

Nel 2015, il G7 si è impegnato a far uscire dalla fame 500 milioni di persone. Ma oggi solo in Sud Sudan, Somalia, Yemen e Nigeria, circa 30 milioni di persone sono in una condizione di grave insicurezza alimentare, di cui 10 milioni colpiti da carestia.

Cosa chiediamo ai leader del G7

  • Il primo passo che chiediamo alla comunità internazionale è stanziare circa la metà – 2,9 miliardi di dollari – dei fondi richiesti dall’ONU per far fronte alle più gravi emergenze umanitarie che il mondo stia vivendo oggi. A oggi la comunità internazionale ha destinato solo il 30% dei 6,3 miliardi di dollari richiesti dalle Nazioni Unite per le carestie: ma se ogni governo del G7 facesse la sua parte, si potrebbe arrivare a coprire quasi la metà dei fondi necessari per portare cibo e aiuti fondamentali alla popolazione.
  • Accanto a una risposta umanitaria necessaria nel breve periodo, i leader del G7 devoo lavorare sin da ora per prevenire nuove crisi e investendo risorse volte a migliorare nel medio periodo la sicurezza alimentare e la capacità di resilienza dei piccoli agricoltori nei paesi poveri.
  • I leader del G7 dovrebbero inoltre adoperarsi per raggiungere immediatamente dei cessate il fuoco nei paesi in conflitto e avviare processi di pace inclusivi, garantendo alle organizzazioni umanitarie di raggiungere tutte quelle persone che, in grave stato di bisogno, vivono in aree del tutto inaccessibili.

I leader del G7 non possono lasciare Taormina, senza aver prima definito soluzioni politiche chiare e stanziato gli aiuti necessari per evitare una catastrofe umanitaria senza precedenti. La vita di milioni persone è a rischio dove la carestia è già realtà: se i leader G7 visitassero questi paesi potrebbero rendersi conto da soli di quante persone oggi muoiano per fame, guerra, malattie. Un fatto inaccettabile in un mondo di abbondanza come il nostro.” ha detto Winnie Byanyima, direttrice generale di Oxfam International

Cambiamenti climatici, migrazioni e disuguaglianze

  • Chiediamo ai Governi G7 di sviluppare, congiuntamente, politiche per proteggere e tutelare la dignità e il rispetto dei diritti umani delle persone migranti, e non solo la sicurezza dei propri confini”.
  • Chiediamo di ribadire, in maniera chiara e forte, l’impegno di rendere operativo l’Accordo di Parigi sul clima.
  • Invitiamo i leader del G7 a compiere un passo in avanti nella definizione di un vero e proprio piano d’azione che dettagli misure di politica domestica e internazionale volte a contrastare la disuguaglianza nei propri contesti nazionali. Un piano inclusivo e dotato di un sistema di monitoraggio sulla base del quale rendere conto ai propri cittadini, in linea con l’impegno di ridurre le disparità socio-economiche e di sradicare la povertà estrema entro il 2030, come definito dall’Agenda degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

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