22 Agosto 2014

Gaza, sospendere la vendita di armi

 

 

Un'ambulanza colpita a Gaza. Credits: Iyad al Baba/Oxfam
Gaza

Roma, 21 agosto 2014 – Con il fallimento dei negoziati e la ripresa della guerra, Oxfam chiede oggi a tutti i governi di sospendere immediatamente la vendita di armi e munizioni a Israele e a tutti i gruppi armati palestinesi, perché c’è il serio rischio che esse possano essere usate per violare il diritto umanitario internazionale.

L’estesa uccisione di civili e la distruzione di infrastrutture civili delle ultime 6 settimane non hanno precedenti in 20 anni di lavoro di Oxfam nell’area. A Gaza le vittime tra i civili sono più di 1.500 – di cui almeno 480 bambini – e 3 in Israele. Si calcola che il costo dei danni subiti da vitali servizi idrico- sanitari ed abitazioni civili a Gaza ammonti a miliardi di dollari.

Per la sesta volta in 6 settimane è saltata la tregua temporanea, senza che le parti abbiano trovato un accordo durevole; sui contano altre vittime tra i civili nelle ultime 24 ore. “Ora più che mai, la comunità internazionale è chiamata ad esercitare la massima pressione diplomatica, compresa la richiesta di sospensione di trasferimenti di armi e munizioni, per affermare con forza che questa violenza senza fine contro la popolazione civile non sarà tollerata un minuto di più” ha detto Umiliana Grifoni, responsabile dell’ufficio Mediterraneo di Oxfam Italia.

Stati e popoli hanno il legittimo diritto di usare armi per proteggere i loro cittadini da attacchi esterni, ma solo a patto che l’uso della forza avvenga secondo i principi di necessità e proporzionalità, oltre che nel rispetto del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani. Il comportamento del governo israeliano e dei gruppi armati palestinesi solleva molti dubbi sul rispetto del diritto internazionale.

Oxfam crede fermamente e da tempo svolge campagne in favore del Trattato sul commercio delle armi – firmato da 118 Stati – che sancisce il divieto di trasferimenti di armi laddove il fornitore sia a conoscenza del fatto che il loro impiego sia “contro obiettivi civili e popolazione civile”

“Questa grande tragedia umana è alimentata dalle armi. Sospenderne il commercio di armi e munizioni è essenziale per impedire che altri civili vengano colpiti. Questo conflitto non si risolverà militarmente. I civili di entrambe le parti meritano una tregua credibile e duratura che porti a un processo di pace inclusivo” ha concluso Grifoni.

Israele ha votato a favore dell’adozione del Trattato sul commercio delle armi. La Palestina, come osservatore non-membro dell’ONU, non ha diritto di voto, ma ha comunque partecipato ai negoziati sul Trattato.

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