7 Novembre 2013

Il cammino di Haiti per uscire dall’emergenza

 
Haiti, un momento della tre giorni che ha visto riunito il personale di Oxfam
Alfredo Lo Cicero (OIT) e Soudnie Rivette (OGB) durante il meeting

Il direttore di Oxfam ad Haiti, Mark Goldring, incontra la confederazione per ragionare sulle future strategie da adottare nell’isola Ispaniola


Che ruolo ha avuto Oxfam ad Haiti nella gestione dell’emergenza umanitaria dovuta al terremoto del 2010 e ai danni provocati dai recenti uragani? La parola chiave è una: “resilienza”, ossia la capacità di una popolazione di ridurre la propria vulnerabilità di fronte alle calamità naturali.

Dal 4 al 6 novembre i direttori generali e regionali di Oxfam America, Oxfam GB, Intermon (Spagna), Italia e Quebec, si sono dati appuntamento a Port-au-Prince per approfondire l’operato della confederazione Oxfam nel paese e, soprattutto, iniziare a immaginare il proprio ruolo nei prossimi anni. Ne è emerso che la visione e la strategia di Oxfam ad Haiti e, più in generale, nell’isola Ispaniola, punta proprio al rafforzamento della resilienza attraverso programmi di governance locale.
Questi tre giorni di meeting hanno certamente rappresentato una preziosa occasione per sviluppare nuove sinergie tra i membri Oxfam presenti nella regione. Anche il nostro staff di Oxfam Italia ha presentato il suo lavoro e lo ha fatto aprendo le porte del suo ufficio di Croix de Bouquets ai grandi dirigenti internazionali.

Croix de Bouquets è una nota zona “calda” alla periferia di Port-au-Prince, un’area su cui la nostra missione sta concentrando importanti sforzi per avviare un percorso di governance volto a rafforzare il difficile dialogo tra autorità locali e società civile. Durante questa visita, Alfredo Lo Cicero, Capo progetto di Oxfam Italia ad Haiti ha spiegato le sfide che presenta il nostro lavoro di cooperazione in una zona come Croix de Bouquets: periferia non solo “urbana”, ma anche sociale, politica ed economica. Questa zona, infatti, è sprovvista di infrastrutture, programmi per la salute e l’educazione, ed è ancora alto il numero degli sfollati che abitano i campi allestiti dopo il terremoto del 2010. Inoltre, proprio da qui, attraverso il lago Azuei, inizia l’area transfrontaliera con la Repubblica Dominicana, dove importanti questioni relative alla tutela ambientale e ai diritti umani, necessitano di soluzioni comuni e condivise.

Tra queste, come ha spiegato Alfredo Lo Cicero, due sono le prioritarie che richiedono un immediato intervento: l’innalzamento eccessivo delle acque del lago Azuei che sta minacciando la sopravvivenza sociale ed economica delle comunità che abitano l’area (solo in 5 anni si è registrato un aumento di 7,5 metri) e il fenomeno migratorio haitiano che la Repubblica Dominicana sta contrastando attraverso l’adozione di pratiche giuridiche di dubbia legittimità nei confronti della stessa popolazione haitiana e degli haitiani di seconda e terza generazione.

L’esigenza di una progettualità “binazionale”, in grado di trovare soluzioni comuni a problematiche comuni, porterà parte dei dirigenti Oxfam a proseguire il loro viaggio-missione verso la Repubblica Dominicana. Tra questi c’è Francesco Torrigiani, Direttore regionale di Oxfam Italia per America Latina e Caraibi.  “Mi pare ovvio” sottolinea Torrigiani “che un’isola sia indivisibile e che la stabilità haitiana si traduce in stabilità dominicana”. Per questo motivo, Oxfam aumenterà il suo impegno “binazionale” nella promozione della tutela ambientale e dei diritti di due popoli che condividono uno stesso territorio.
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