11 Dicembre 2024

IN CISGIORDANIA LA SCIA DI VIOLENZA CONTINUA IMPUNITA

 

LA RACCOLTA DELLE OLIVE NON È SOLO UN’ATTIVITÀ AGRICOLA: È UNA BATTAGLIA PER LA SOPRAVVIVENZA E UN ATTO DI RESILIENZA CONTRO L’INGIUSTIZIA.

Nei Territori Occupati Palestinesi, la raccolta delle olive, linfa vitale per migliaia di famiglie, è minacciata da una sistematica campagna di violenza e sopraffazione. Gli agricoltori Palestinesi, già gravati da un drammatico quadro umanitario, sono vittime di continui attacchi da parte dei coloni israeliani, spesso sotto la protezione dell’esercito. Queste violenze, perpetrate con impunità, non solo danneggiano i raccolti, ma compromettono le vite e i mezzi di sussistenza di intere comunità, privandole della loro unica fonte di reddito e stabilità.

Yasmeen El-Hasan, Responsabile per la Promozione Internazionale, ‘’Unione dei Comitati di Lavoro Agricolo’’ (UAWC)

LA SCIA DI VIOLENZE CONTINUA IMPUNITA

Dal 10 ottobre al 10 novembre 2024, la ‘’Palestinian Farmers Union’’ ha documentato oltre 700 attacchi violenti da parte dei coloni nei confronti degli agricoltori palestinesi, e quasi 300 incidenti che hanno coinvolto coloni armati, molti dei quali protetti dall’esercito israeliano. Le violenze fisiche, le intimidazioni e le restrizioni imposte dall’esercito israeliano, acuitesi durante la guerra nella Striscia di Gaza, hanno impedito agli agricoltori di recarsi nei campi o di effettuare la raccolta delle olive, aggravando le difficoltà quotidiane per le comunità agricole. La violenza ha mietuto anche vittime. Hanan Abu Salameh, 59 anni, di Faqqua, e Ahmad Abdullah Ghazal, 68 anni, di Sebastia, sono stati uccisi mentre raccoglievano olive. Altri 55 agricoltori sono rimasti feriti. Questi atti di brutalità sono ulteriormente aggravati dalle restrizioni militari che impediscono agli agricoltori di accedere alle loro terre, bloccando un’attività che rappresenta per loro una lotta per la sopravvivenza.

Asad Al Kurdi, Olive Harvest Campaign Coordinator, Agricultural Development Association (PARC).

PERDITA DI MEZZI DI SOSTENTAMENTO VITALI

In Cisgiordania, circa il 45% dei terreni agricoli è occupato da oltre 10 milioni di ulivi, con una potenziale produzione annua di 35mila tonnellate di olio. Questa attività rappresenta una fonte di reddito essenziale per oltre 100mila famiglie.

Tuttavia, nell’ultimo mese, le aggressioni hanno causato danni ingenti. Oltre 1.450 alberi sono stati sradicati o incendiati, mentre più di 6.500 sono stati depredati dei loro frutti, provocando una perdita stimata di oltre 52mila chilogrammi di olio.

Le violenze non si limitano alla distruzione degli alberi: in più di 210 casi, i coloni hanno bloccato fisicamente l’accesso alle terre agricole, spesso senza alcuna giustificazione. Spesso le forze israeliane presenti sul posto hanno protetto i coloni e, in molte occasioni, hanno persino utilizzato la forza contro gli agricoltori palestinesi. Nei villaggi di Haris, Qaryut, Turmusaya e Sinjil, decine di alberi sono stati contaminati con acque di scarico, rendendo i raccolti inutilizzabili.

Mahmoud Samara Kasab, agricoltore di Qaryut, ha raccontato:

25 piante sono state avvelenate, e non posso nemmeno avvicinarmici.

Nonostante queste gravi aggressioni, gli agricoltori palestinesi continuano a lottare per la propria terra. Ogni oliva raccolta diventa un simbolo di dignità e resistenza. Rafforzati dalla solidarietà locale e internazionale, questi agricoltori tengono viva la speranza che un giorno il loro diritto a coltivare in sicurezza sarà finalmente rispettato.

UN FUTURO DI PACE È POSSIBILE, INSIEME POSSIAMO COSTRUIRLO

La distruzione deliberata di infrastrutture civili, come abitazioni e sistemi per produzioni agricole vitali (come appunto gli attentati agli oliveti), non solo impedisce alla popolazione palestinese di accedere a risorse essenziali, ma costituisce anche una grave violazione del diritto internazionale umanitario. La comunità internazionale, Italia compresa, deve condannare con forza e pubblicamente sia lo sfollamento delle popolazioni a Gaza e in Cisgiordania, nonché la demolizione di scuole, fattorie e infrastrutture civili essenziali. Deve evidenziare il profondo impatto di questo tipo di azioni sulle comunità palestinesi e sui loro mezzi di sostentamento da parte di una potenza occupante, in assenza di necessità militari. Tutto ciò costituisce una serie di gravi violazioni della Quarta Convenzione di Ginevra.

Continueremo a lavorare senza sosta per fornire assistenza e per sostenere la pace. È una nostra responsabilità collettiva porre fine alla guerra e all’occupazione illegale del Territorio Occupato Palestinese: bambini, donne e uomini vulnerabili non possono più attendere. Unisciti a migliaia di persone per chiedere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e in tutta la regione.

Firma e condividi la petizione per chiedere la protezione dei civili ORA

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