
Gli attivisti di Oxfam Italia hanno tenuto un’azione dimostrativa davanti alla FAO mercoledì 19 Ottobre per chiedere ai delegati del Comitato sulla Sicurezza Alimentare Mondiale (Csa) di mettere fine alla volatilità dei prezzi alimentari che solo nel 2010 ha spinto al di sotto della soglia di povertà 44 milioni di persone. Sullo sfondo di un grafico che mostra l’andamento irregolare dei prezzi, gli attivisti mostrano, in modo simbolico, quanto riso, grano e mais era possibile comprare ieri, e la quantità – ben più scarsa – che è possibile acquistare oggi con la stessa somma di denaro. Cosa accadrà domani? E’ un punto interrogativo sospeso sopra il destino dei più poveri e vulnerabili.
Per evitare che i più poveri siano vittime della volatilità dei prezzi alimentari, Oxfam chiede al Csa tre misure urgenti:
1. Abbandonare le politiche di sostegno ai biocarburanti, che tolgono il cibo dalla bocca delle persone per metterlo nei serbatoi delle auto;
2. Dare regole ai mercati delle materie prime alimentari per frenare le speculazioni;
3. Costituire riserve alimentari nei paesi poveri per permettere ai più vulnerabili di far fronte all’altalena dei prezzi del cibo.
Per la maggioranza delle persone il termine volatilità dei prezzi è oscuro. Se nei supermercati il cibo costa qualche euro in più, molti non ci fanno caso. Ma per quanti spendono tra il 50 e l’80% dello stipendio per sfamare le proprie famiglie la volatilità dei prezzi è una grave minaccia oggi e in futuro.