1 Dicembre 2023

Ricordi il conflitto in Sud Sudan? Ecco perché dovresti

 

Quando sentiamo parlare di Sud Sudan, pensiamo a una situazione critica dove l’accesso al cibo non è assicurato. Almeno per noi di Oxfam, ma il collegamento non è immediato per tutti, perché molte emergenze umanitarie vengono dimenticate velocemente dai media e dall’opinione pubblica. Ovviamente, nel Sudan del Sud, come in altri paesi, c’è molto altro oltre l’emergenza che però esiste e resta gravissima anche a 10 anni dall’inizio della guerra con il governo centrale sudanese. Vediamo cosa è successo e perché non lo possiamo dimenticare, anche con tante altre emergenze in atto.

Martha Kangach partecipa al programma di distribuzione alimentare di Oxfam rivolto alle popolazioni vulnerabili di Lankien.

Cosa è successo in Sud Sudan

Il Sudan del Sud è attualmente il più giovane stato al mondo che si è dichiarato indipendente dal Sudan il 9 luglio 2011, dopo 50 anni di guerre. In realtà, quello che doveva sembrare l’inizio di un nuovo corso, è il primo capitolo di una nuova storia bellica. Tra il 2011 e il 2013 cresce, infatti, la tensione tra la neonata nazione e il governo sudanese. La ragione principale è che l’85% delle riserve di greggio si trova al Sud, ma gli unici oleodotti utilizzabili sono quelli che attraversano il Nord. «Una bolla di petrolio in mezzo all’Africa», come la definisce l’Atlante delle guerre e dei conflitti. A causa di questo necessario “diritto di passaggio”, il governo di Khartoum esigeva un prezzo molto alto. Per protesta, il Governo del Sud ha interrotto le estrazioni per quasi un anno con gravi conseguenze economiche. A dicembre 2013 scoppia così una guerra tra le etnie dinka e nuer, ma con profonde radici economiche legate al petrolio, all’acqua del Nilo Azzurro e al legname teak.

Come si vive nel Sudan del Sud

Per capire come si vive in Sudan del Sud dobbiamo approfondire il tema dell’insicurezza alimentare. Per misurarla si utilizza la classificazione IPC, Integrated Food Security Phase Classification. Si tratta di un approccio analitico per permettere a governi, agenzie dell’ONU, ONG, società civile di rispondere alle emergenze, ma anche prendere decisioni di lungo termine. Il report Integrated Food Security Classification riporta che, tra settembre e novembre 2023, il numero di persone in situazione di insicurezza alimentare acuta è pari a 5,83 milioni, il 46% della popolazione. Tra luglio 2023 e giugno 2024, si stima che 1,65 milioni di bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni soffriranno di malnutrizione acuta, di cui 480.000 milioni di bambini dovrebbero soffrire di malnutrizione acuta grave.

Lucia (20) è una studentessa laureata del programma Education for Life di Oxfam a Juba, nel Sud Sudan.

Le conseguenze del conflitto in Sud Sudan nei paesi limitrofi

Come ogni guerra, le conseguenze sono diverse e intrecciano tanti aspetti della vita di una popolazione. Proviamo a vedere cosa è successo dopo la guerra cominciata nel 2013 nel Sudan del Sud. Innanzitutto, il conflitto in Sud Sudan ha prodotto la più grande crisi dei rifugiati in Africa, con oltre 4 milioni di persone sfollate. Di queste, 2,5 milioni si sono rifugiate nei paesi vicini, principalmente Etiopia, Kenya, Sudan e Uganda. La crisi ha reso difficile per le persone piantare colture, ha interrotto mezzi di sussistenza e mercati, costringendo le comunità ospitanti e sfollate a condividere quello che hanno, lasciando metà della popolazione di fronte a una fame estrema. Assieme alla mancanza di cibo, l’igiene e l’accesso ad acqua pulita e trattata sono i problemi principali che incidono sulla vita delle persone.

REBECCA NGACHONI, una sfollata sfollata da Likuangule Payam a causa della violenza intercomunale e ora residente a Pibor

Come sosteniamo i profughi sud sudanesi

Ora hai capito perché dovresti ricordare il conflitto in Sud Sudan anche tu? Noi ce lo ricordiamo ogni giorno perché lavoriamo sulle sue conseguenze gravissime sul resto del paese, sulla dignità e sicurezza delle persone e sui paesi confinanti. Ecco perché, interveniamo con azioni concrete come acqua pulita e strumenti per assicurare accesso all’igiene e alimentazione.

Acqua pulita

  • In Est Darfur abbiamo scavato pozzi negli insediamenti di Abu Karinka e Elriyad e Abumatarig,
  • Abbiamo formato la comunità per la manutenzione dei pozzi e dei macchinari
  • In Nord Darfur abbiamo completato la costruzione di una tubatura di 5 km e di tutte le infrastrutture connesse.

Salute e igiene

  • Abbiamo costruito 1000 nuove latrine in Est e Nord Darfur.
  • Ne abbiamo riparate più di 2000 e fornito gli strumenti per la pulizia e manutenzione.
  • Abbiamo anche distribuito kit igienici per 1000 famiglie e realizzato percorsi di sensibilizzazione sull’igiene personale.

Sicurezza alimentare

  • Abbiamo garantito aiuti in denaro per 3500 famiglie nell’Est Darfur
  • In Nord Darfur abbiamo garantito voucher per macinare i cereali per 2000 famiglie
  • Abbiamo fornito aiuti in denaro per sostenere l’alimentazione di 2500 famiglie.

Nyaguka Jiek, 25 anni, è tra coloro che ora stanno dando rifugio ai nuovi rifugiati in fuga dal conflitto in Sudan. Ha già accolto quattro mamme appena arrivate e i loro 11 figli, condividendo con loro il poco che ha.

Noi continuiamo a lavorare per introdurre strategie di protezione nei piani comunitari e influenzare il governo e gli altri partner affinché si creino le condizioni per il superamento di questa emergenza umanitaria continua.

Puoi dare il tuo contributo a far vivere meglio la popolazione in Sudan e in Sudan del Sud

Condividi l’articolo:
oxfam facebook oxfam Twitter oxfam Linkedin

unisciti a noi!

    informativa sul trattamento dei miei Dati Personali e di prestare il mio consenso (che potrò in ogni caso successivamente revocare) all’utilizzo dei miei dati personali.*

    L’assedio su Gaza rischia di trasformarsi in una catastrofe umanitaria

    A GAZA È CATASTROFE UMANITARIA

    AIUTA CHI HA PERSO TUTTO

    dona ora