Feras è uno dei nostri beneficiari, ma anche uno dei rifugiati siriani a cui è stato impedito di partire per gli Stati Uniti, dopo l’approvazione del suo reinsediamento.

La storia di Feras

Il sogno americano di FerasQuando Feras Almouqdad, un avvocato siriano di 29 anni, ha ricevuto la chiamata che lo invitava a presentarsi per iniziare il processo di reinsediamento negli Stati Uniti, era al settimo cielo. Oggi siede nella sua casa in Giordania, circondato dalle valigie e dai suoi sogni infranti.

Sono stato felice quando l’Organizzazione internazionale per le migrazioni mi ha chiamato per l’intervista. Sono andato da loro con la mia famiglia, ci hanno fatto l’intervista e due mesi dopo le visite mediche. Era tutto a posto, saremmo dovuti partire a febbraio, ma è arrivato l’ordine esecutivo. Sono rimasto scioccato dal provvedimento che impedisce ai rifugiati siriani di entrare negli Stati Uniti. La Statua della libertà rappresenta l’amicizia tra i paesi e la libertà dall’oppressione, ma l’ordine di Trump è esattamente il contrario”.

Feras sarebbe dovuto partire insieme alla moglie Maha e si loro tre bambini, Seif, 3 anni, e i gemelli Hussam e Duha, 7 mesi. Ora la prospettiva di poter lasciare l’appartamento nel governatorato di Zarqa, che condivide con il padre, la madre, il fratello e la sorella è sfumata. La famiglia si è rifugiata in Giordania dalla Siria nel 2012. Hanno trovato rifugio a Zaatari per 40 giorni, prima di spostarsi a Zarqa.
La Giordania significa molto per me. Mi sono sposato qui, i miei figli ci sono nati. Ma è un paese povero, e io voglio un futuro migliore per la mia famiglia”. Anche se è un avvocato, Feras non può esercitare in Giordania, dato che i rifugiati siriani non possono lavorare in certi campi, come avvocati o medici, ad esempio. Lavora quindi saltuariamente come barbiere e riceve alcuni voucher per acquistare cibo. Per sopravvivere all’inverno, Oxfam gli ha donato una stufa a gas, buoni per l’acquisto di carburante e ha sostenuto alcune spese per la ristrutturazione della casa.

Abbiamo sempre trattato bene i turisti che visitavano la Siria, inclusi gli americani. Le loro foto sui social media sono la prova di come vivevamo in pace”. Feras e la moglie avrebbero dovuto raggiungere sua sorella e la famiglia della moglie, reinsediati negli Stati Uniti alcuni mesi fa. Il suo obiettivo era proseguire gli studi in diritto internazionale, “per proteggere i diritti umani”. Sua madre, suo padre e i suoi fratelli saranno accolti in Austria alla fine del mese, dove i suoi fratelli vogliono fare l’università. Feras non ha perso la speranza: “Quando una porta si chiude, se ne apre un’altra”. Spera quindi di essere accolto da un altro paese, che apra le porte a lui e alla sua famiglia.

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