20 Luglio 2023

Sudan. Hekima, una storia di resilienza e compassione

 

Separate dai propri cari e dalle proprie case a seguito del conflitto in Sudan, centinaia di migliaia di persone hanno cercato rifugio e sicurezza in terre straniere. Ogni persona ha una storia unica, ma tutte sono legate alla speranza di ricevere compassione, pace e stabilità.

Separate dai propri cari e dalle proprie case a seguito del conflitto in Sudan, centinaia di migliaia di persone hanno cercato rifugio e sicurezza in terre straniere. Ogni persona ha una storia unica, ma tutte sono legate alla speranza di ricevere compassione, pace e stabilità.

A Walgaa, nello Stato di Akobbo, in Sud Sudan, centinaia di rifugiati e rimpatriati fuggiti dalla guerra in Sudan arrivano a mani vuote. In uno dei campi, abbiamo il piacere di conoscere un gruppo di madri sedute insieme, più e meno giovani, con i loro bambini, che attendono le razioni di cibo fornite dalle ONG.

Tra loro c’è Hekima Mousa, 19 anni, madre di due figli, fuggita da casa dopo l’inizio della guerra. Hekima, come centinaia di altri rifugiati sudanesi, si è lasciata alle spalle tutto ciò che conosceva: una vita di familiarità e pace.

Durante la fuga, Hekima ha incontrato Hiba, una donna di 47 anni che viaggiava con i suoi due nipotini. Nonostante fosse impegnata con i figli e i bagagli, Hekima ha aiutato Hiba prendendosi cura dei suoi nipoti passo dopo passo, da un autobus all’altro e da un ostacolo all’altro che incontravano nel loro viaggio.

Ho dovuto abbandonare la mia casa e i miei due figli dopo l’inizio della guerra. Abbiamo camminato per ore per raggiungere questo posto e, finalmente, siamo a Walgaa. Siamo arrivati insieme a moltissimi anziani, che ad oggi sto aiutando nelle pulizie e in cucina.” dice Hekima.

In mezzo a tutte le sfide, Hekima sta acquistando forza, aiutando e tendendo la mano ai rifugiati più anziani e bisognosi.

Mentre il conflitto in Sudan prosegue, oltre 110.000 rifugiati hanno attraversato il confine con il Sud Sudan, con almeno 2.000 arrivi giornalieri dall’inizio di giugno.

Insieme ai partner locali, Oxfam risponde ai bisogni più importanti dei rifugiati, scavando e riparando pozzi per garantire acqua pulita, e fornendo cibo e servizi igienico sanitari.

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