28 Ottobre 2021

IL G20 NON PUÒ CHIUDERSI CON UN BLA BLA BLA

 

 

Ancora oggi 821 milioni di persone soffrono la fame.

Urgente affrontare l’apartheid vaccinale, il flagello della fame, i cambiamenti climatici, promuovendo una ripresa economica equa. Nei Paesi ricchi più del 60% della popolazione è stata vaccinata, nelle aree più povere del mondo meno del 2%.

Oltre 40 milioni di persone vivono in condizioni di fame estrema a causa dei dissesti economici indotti dalla pandemia. A un anno dall’inizio dei lavori del G20 presieduto dal governo italiano il punto di Oxfam QUI

Alla vigilia del vertice, in programma a Roma il 30-31 ottobre, Oxfam chiede ai leader del G20 di intraprendere azioni concrete per aumentare drasticamente la produzione di dosi di vaccini COVID-19, favorendone in tal modo l’accesso anche nei paesi in via di sviluppo, promuovere un’equa ripresa economica, combattere la fame, ridurre le emissioni di gas serra, aiutare i paesi più poveri ad affrontare i cambiamenti climatici in atto.

È urgente che i leader del G20 pongano fine allo scandaloso divario nell’accesso ai vaccini e che agiscano radicalmente sull’attuale gestione della pandemia, che sta lasciando indietro, senza vaccini, milioni di persone nel sud del mondo.

Nei paesi in via di sviluppo consegnati appena il 14% dei vaccini

Le nazioni ricche avevano inizialmente promesso che qualunque vaccino sicuro sarebbe diventato un “bene pubblico globale”, impegnandosi a distribuire 1,8 miliardi di dosi nei paesi in via di sviluppo. A un anno di distanza solo 261 milioni di fiale (il 14%) sono state consegnate e mentre nei Paesi ad alto reddito in media più del 60% della popolazione è stata vaccinata, nelle aree più povere del mondo la percentuale si attesta a meno del 2%.

“All’incontro di Roma i leader hanno l’opportunità di tradurre in fatti le parole usate nel corso di un intero anno segnato da una profonda crisi sanitaria ed economica e da un’emergenza climatica senza precedenti”, ha detto Jorn Kalinski, Senior Advisor di Oxfam.

Invece di sostenere la proposta di sospensione del monopolio dei brevetti avanzata da Sud Africa e India, allo scopo di aumentare la produzione di vaccini e ridurne i costi, i paesi ricchi hanno accumulato per sé più dosi di quante ne abbiano bisogno, e hanno continuato a perpetuare un sistema che permette alle aziende farmaceutiche di non trasferire scienza e tecnologia ad altri potenziali produttori.

“Nessuno si potrà dire al sicuro, fino a quando non lo saremo tutti. Eppure siamo di fronte a una vera e propria apartheid vaccinaleha detto Sara Albiani, policy advisor su salute globale di Oxfam Italia – I leader del G20 devono mettere da parte le divisioni e dare inizio a un processo che renda possibile la condivisione dei diritti di proprietà intellettuale e della tecnologia necessaria alla produzione dei vaccini. Solo così potremo assicurarne l’accesso a tutte e tutti in ogni parte del mondo.”

Oltre 40 milioni di persone in condizione di fame estrema per la pandemia

I leader del G20 devono inoltre assicurare una ripresa economica più equa, intervenendo anche nel contrasto alla fame che nel periodo pandemico ha subito un ulteriore incremento. Oltre 40 milioni di persone vivono in condizioni di fame estrema, a causa dei dissesti economici indotti dalla pandemia. La disoccupazione di massa e il grave blocco della produzione alimentare hanno provocato un aumento del 40% dei prezzi alimentari globali, il più alto mai registrato negli ultimi 10 anni.

“La pandemia ha posto in evidenza le distorsioni di un sistema economico, segnato da grandi disuguaglianze – ha aggiunto Kalinski – La ricchezza dei miliardari è aumentata da 8 a 15 mila miliardi di dollari nel giro di due anni, mentre centinaia di milioni di persone si sono ritrovate in condizione di fame e povertà. I capi di Stato e di governo G20 possono fare la differenza e garantire un futuro dignitoso a queste persone, mostrando volontà politica e leadership.”

Capacità finanziarie imparagonabili tra nord e sud del mondo

La pandemia ha posto sfide inimmaginabili a tutti i governi del mondo ma non tutti avevano capacità finanziarie adeguate per farvi fronte. Nel 2020 le economie avanzate hanno speso circa il 20% del loro PIL a sostegno della propria popolazione ed economia, mentre i paesi emergenti o a basso reddito rispettivamente solo il 5% e il 2%.

Il G20 può fare molto al riguardo, rimuovendo gli ostacoli generati dall’indebitamento e dalla carenza di risorse nei paesi più vulnerabili.

Oxfam chiede infine passi decisivi per affrontare la crisi climatica che con l’aumento delle temperature e l’innalzamento del livello dei mari, il moltiplicarsi di eventi metereologici estremi, ha ricadute più gravi sui paesi più fragili. È ancora possibile invertire questa rotta e dal G20 può arrivare un segnale decisivo alla vigilia dei negoziati della COP 26 che si apriranno a Glasgow la prossima settimana.

L’appello di Oxfam al G20

In questo quadro Oxfam chiede perciò ai leader del G20 di:

  • sospendere i brevetti, favorire la condivisione di know-how e tecnologia sui vaccini COVID-19, investire in centri di produzione vaccinale nei paesi in via di sviluppo e ridistribuire equamente i vaccini esistenti;
  • potenziare le azioni di contrasto al cambiamento climatico, presentando prima della COP 26 ambiziosi piani nazionali per il taglio di emissioni, rappresentativi dei propri fair share e aumentando gli impegni sulla finanza climatica;
  • garantire una generosa riallocazione dei Diritti Speciali di Prelievo (DSP) dai paesi più ricchi a quelli in via di sviluppo, che deve essere esente da interessi e condizionalità e addizionale rispetto agli impegni esistenti per l’APS e la finanza climatica;
  • continuare a lavorare sul processo di riforma della tassazione internazionale d’impresa, per potenziarne la portata redistributiva e contrastare in modo più efficace e realmente inclusivo pratiche elusive e la concorrenza fiscale dannosa in materia di fisco societario;
  • sostenere e investire in sistemi di protezione sociale universali capaci di affrontare shock sanitari, climatici ed economici come la pandemia e le conseguenze che possano derivarne, quali ad esempio l’acuirsi della crisi alimentare.
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