Come milioni di altri rifugiati in Giordania, Ghozlan non può registrare un’impresa o lavorare in un settore che non sia l’agricoltura, le costruzioni o la manifattura. Come donna, sperimenta abusi e norme sociali che decidono che il suo ruolo sia solo quello di stare a casa. Ghozlan spera di avere un giorno una famiglia sua, ma non sa come potrebbe mantenerla.
La Giordania ospita circa 1.3 milioni di rifugiati, 660.000 dei quali registrati presso l’UNHCR. La crisi siriana ha esacerbato le debolezze sociali preesistenti, aggravando un sistema di sicurezza sociale già sotto pressione; l’afflusso dei rifugiati ha imposto nuove sfide al sistema di protezione sociale giordano, e la violenza contro donne e ragazze è uno dei maggiori problemi a cui queste vanno incontro. Le donne come Ghozlan infatti hanno minor possibilità di accedere agli aiuti, alle risorse e ai servizi, e meno potere nei processi decisionali, anche quando le riguardano. Lacune e discriminazioni nel quadro giuridico rivelano che le donne non beneficiano dell’uguaglianza davanti alla legge.
Lavoriamo in Giordania dagli inizi degli anni ’90, e dal 2013 abbiamo ampliato le nostre attività per fornire assistenza umanitaria ai rifugiati siriani e alle famiglie vulnerabili giordane.
Il progetto si concentra nei governatorati di Amman , Zarqa, Irbid e Mafraq: quelli che accolgono il più alto numero di rifugiati in Giordania e in cui sono presenti le vulnerabilità più acute in materia di educazione, mezzi di sussistenza, abitazioni e acqua.
Forniamo assistenza diretta (legale, psicosociale, psicologica) a 400 donne e ragazze vittime o a rischio di violenza, privilegiando, ma non solo, donne capofamiglia e senza documenti. Inoltre forniamo accompagnamento per 100 di loro ad altri servizi di protezione e accompagnamento.
Abbiamo avviato una linea telefonica diretta h24 e un’unità mobile, che ci permetterà di raggiungere le aree più remote e stabilire un rapporto con i gruppi più isolati.
Forniamo assistenza finanziaria a 60 donne e ragazze, formazione professionale a 310 donne per sostenere la loro riabilitazione socio economica.
Promuoviamo la sensibilizzazione sui temi degli abusi e della violenza di genere e dei diritti coinvolgendo 3.000 persone nei 4 governatorati e 60 bambini nelle scuole. Inoltre abbiamo attivato una campagna di sensibilizzazione sui media nazionali.
Facciamo formazione sui diritti delle donne nella legislazione nazionale e internazionale e sulle problematiche legate alla violenza di genere e alla protezione a 120 attivisti locali, leader di comunità e 105 professionisti legali e 45 impiegati in ong locali e internazionali.
Con il nostro progetto miriamo a continuare ad aumentare e migliorare l’accesso ai servizi di protezione dalla violenza di genere, in particolare per donne sole capo famiglia e donne rifugiate prive di documenti, e continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema. Continueremo a fornire assistenza immediata e accesso a servizi (legali, psicosociali, finanziari) a donne e ragazze vulnerabili, rispondendo alla carenza nel sistema di protezione, organizzando attività formative e una campagna mirata di advocacy a livello locale, e mediatica a livello nazionale. Grazie a questo progetto, vogliamo sostenere 30.255 persone (21.035 donne e 9.220 uomini).
Proteggi i più poveri e vulnerabili, perché possano essere tutelati nei propri diritti. Assicuri loro beni di prima necessità, come cibo, acqua e servizi igienico sanitari. Il tuo aiuto è indispensabile.