Lavarsi le mani per essere al sicuro

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“Siamo a conoscenza del coronavirus. Non abbiamo paura. Sappiamo come lavarci le mani, come stare al sicuro. Abbiamo seguito quello che ci hanno detto i volontari"

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Lavarsi le mani per essere al sicuro, La storia di Nur.

Nur vive da tre anni con la famiglia nel campo profughi Rohingya di Cox’s Bazar in Bangladesh. Un posto in condizioni igieniche critiche, in cui vivono ammassate 40 mila persone per chilometro quadrato, una densità quasi 6 volte più alta di quella di Milano.  La storia di Nur è quella di un intero popolo che sta vivendo un dramma senza fine.

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I Rohingya sono un gruppo etnico di religione islamica ed “una delle minoranze più perseguitate al mondo”. Fuggiti in Bangladesh a causa delle violenze e dei massacri che stavano subendo in Myanmar, oltre 855.000 rifugiati, tra cui Nur, si trovano nel campo di Cox’s Bazaar in condizioni di sovraffollamento.

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“All’interno di queste piccole tende, è difficile mantenere le distanze sociali. Ci laviamo spesso le mani con il sapone. Tengo pulito mio figlio. Quando tossiamo o starnutiamo, usiamo i gomiti. Cerchiamo di mantenere una distanza di almeno un metro con le persone al di fuori della nostra famiglia mentre parliamo. Abbiamo ridotto al minimo le uscite di casa e quando io e i miei familiari usciamo dal rifugio usiamo le mascherine.”

L’arrivo del Covid-19 ha ulteriormente peggiorato una situazione già disperata, creando una vera emergenza nell’emergenza. Le disuguaglianze di partenza, infatti, sono dolorosamente incisive in questi contesti.

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per portare aiuto?

  • Promuoviamo le buone pratiche d'igiene

    Abbiamo intensificato il nostro lavoro sulla promozione dell’igiene e potenziato misure come la distribuzione di sapone e le strutture igienico-sanitarie.

  • Portiamo acqua e servizi igienico-sanitari

    Abbiamo installato impianti fognari e dispositivi per il lavaggio delle mani senza contatto che si attivano con un pedale per evitare la trasmissione del virus toccando sapone e rubinetti.

  • Supportiamo le donne come Nur

    Il 70% degli operatori sanitari del mondo sono donne, in prima linea nel rischio di infezione e contrazione del virus. Inoltre le donne si fanno carico del vasto onere delle cure non retribuite che è destinato ad aumentare drammaticamente, sia che si tratti di prendersi cura di parenti malati o badare ai bambini.

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Cosa puoi ancora fare tu

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