26 Ottobre 2022

DISASTRI CLIMATICI: A FIANCO DEI PIU’ VULNERABILI

 

Cambiamento Climatico

I primi risultati del progetto realizzato da Oxfam con UN- Habitat e DiMSUR in Africa orientale, dove l’impatto della crisi climatica è sempre più devastante

Dall’inizio dell’anno, una serie di eventi climatici sempre più estremi e imprevedibili – dal ciclone tropicale Ana fino a Emnati e Gombe – si sono abbattuti sull’Africa orientale, minacciando la sopravvivenza di milioni di persone  e settori vitali dell’economia della regione.

Di fronte quindi a questa accelerazione devastante della crisi climatica – che colpisce in media 189 milioni di persone all’anno solo nei Paesi in via di sviluppo e  in Africa sta determinando un’ulteriore impoverimento della popolazione – diviene fondamentale sviluppare infrastrutture adeguate, creare sistemi di allerta precoce per la popolazione, riabilitare gli ecosistemi in grado di ridurre l’impatto delle inondazioni, rendere più efficienti i servizi essenziali per le comunità, come lo smaltimento dei rifiuti.

Un intervento di rafforzamento della capacità di adattamento e resilienza della popolazione all’impatto di disastri climatici, che Oxfam Italia insieme a UN- Habitat e DiMSUR, sta realizzando in quattro città in Madagascar, Malawi, Mozambico e Isole Comore. E i primi risultati sono già visibili.

CHOWKE, MOZAMBICO

A Chowke in Mozambico – una delle città del Paese più colpite dalle recenti alluvioni, situata vicino al fiume Limpopo  lo scorso agosto sono iniziate le trasmissioni di una radio comunitaria che non trasmette solo musica, ma salva anche la vita. Si chiama “Khindlimuka”, che significa “sveglia!”.

 “Di recente, ad esempio, un fortissimo vento ha distrutto diverse case ma nessuno di noi lo sapeva. Un pastore ha perso la vita ma non abbiamo potuto avvisare nessuno” , ricorda Beatriz Lurdes, impiegata in una delle municipalità della città.

Grazie alla radio oggi però le informazioni raggiungono tutti in tempo reale, permettendo di mettersi in salvo in caso di disastri climatici. La radio è gestita dalla stessa comunità, e coinvolge tutti i suoi membri.

Adesso possiamo comunicare efficacemente e raggiungere chi è più fragile e vulnerabile con azioni appropriate”,  aggiunge Domingos Mondlane, rappresentante comunitario di Chokwe.

MORONDOVA, MADAGASCAR

A Mondorova in Madagascar, i lavori di costruzione del centro che ospiterà la popolazione locale in caso di calamità, procedono alacremente.

“Il centro permetterà l’evacuazione della popolazione in modo veloce e sicuro”, spiega Razafimanantsoa Mirana, Direttrice generale dell’istituzione che presiede oggi il Centro tecnico per la gestione dei rischi, sostenibilità e resilienza urbana nell’Africa del Sud (DiMSUR).

Ma il centro non avrà solo questa funzione. Darà infatti lavoro e occupazione agli abitanti della comunità, compresi giovani, donne e persone con disabilità; e ospiterà durante tutto l’anno corsi di formazione. La capienza sarà di 200 persone e l’elettricità arriverà dai pannelli solari, mentre una pompa manuale garantirà acqua e energia supplementare durante le emergenze.

Allo stesso tempo in attesa della prossima stagione delle piogge, si sta lavorando anche per migliorare il sistema di drenaggio nel centro della città.

ZOMBA, MALAWI

Il quartiere di Sadzi, nella città  di Zomba in Malawi, è calmo e tranquillo in una giornata di sole. Ma durante la stagione delle piogge le cose sono molto diverse.

“Senza un sistema di drenaggio, spesso la strada vicino a casa mia è impercorribile, si trasforma in un fiume. Spesso devo correre per salvare i bambini che rischiano di annegare. Da quando sono iniziati i lavori però ci possiamo spostare in sicurezza, e questo ha un impatto positivo anche sulle attività economiche”, racconta un’abitante della comunità.

ISOLA DI MORONI, UNIONE DELLE COMORE

L’arcipelago vulcanico delle Comore è soggetto a numerose emergenze climatiche, una situazione aggravata da una cattiva gestione della gestione delle acque, deforestazione e erosione del suolo. Un sistema di raccolta dell’acqua piovana, in un contesto dove spesso mancano fiumi e ruscelli, è stato quindi un intervento particolarmente importante per le comunità, che sono state coinvolte direttamente e hanno modificato alcuni strumenti utilizzati in precedenza – quali le cisterne – adattandoli alle necessità di una popolazione in rapida crescita.

”La costruzione di cisterne è cruciale. Ridurrà il compito di raccogliere l’acqua, in genere affidato alle donne, migliorando la vita delle famiglie” racconta Salima, Oxfam Project Manager nelle Comore.

Il progetto sta coinvolgendo inoltre i giovani del posto attraverso attività di riciclaggio, compostaggio e tecniche agricole.

 

Condividi l’articolo:
oxfam facebook oxfam Twitter oxfam Linkedin

unisciti a noi!

    informativa sul trattamento dei miei Dati Personali e di prestare il mio consenso (che potrò in ogni caso successivamente revocare) all’utilizzo dei miei dati personali.*

    L’assedio su Gaza rischia di trasformarsi in una catastrofe umanitaria

    A GAZA È CATASTROFE UMANITARIA

    AIUTA CHI HA PERSO TUTTO

    dona ora