Roma, 26 ottobre 2020_L’esternalizzazione del controllo delle frontiere europee delegato al Nord-Africa, senza fermare le morti in mare, sta causando violazioni dei diritti umani, non solo in Libia. I primi a pagare un prezzo altissimo sono le fasce più vulnerabili della popolazione di Tunisia e Marocco, insieme a migliaia di persone in fuga da paesi come Siria, Eritrea, Sudan, Costa D’Avorio e Libia, che cercano di raggiungere l’Europa.
È l’allarme lanciato da Oxfam, con il rapporto “Un reale interesse comune” pubblicato oggi, che fotografa le conseguenze della gestione del fenomeno migratorio in due Paesi, come Tunisia e Marocco, dove respingimenti arbitrari e fenomeni di discriminazione sistematica nei confronti dei migranti sono all’ordine del giorno.
“Negli ultimi anni, le politiche europee di cooperazione con i paesi del nord Africa si sono dimenticate della tutela dei diritti umani dei migranti, finanziando soprattutto il controllo delle frontiere marittime e terrestri attraverso un uso improprio delle risorse del Trust Fund dell’Ue per l’Africa e accordi bilaterali, come quello tra Italia e Tunisia. – ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per la crisi migratoria di Oxfam Italia – Un approccio che continua a sostenere una gestione miope del fenomeno migratorio con i soldi dei contribuenti italiani ed europei. Tutto sulla pelle dei più deboli, dimenticando che lo sviluppo economico e sociale va di pari passo con la mobilità umana”.