
Ferrara, 1 ottobre 2025 – Dare voce – attraverso la fotografia, l’illustrazione e il racconto – alle drammatiche storie delle migliaia di sfollati in fuga dalla guerra in Sud Sudan, che hanno trovato rifugio in Etiopia, nell’insediamento di Gambella, dove Oxfam lavora per garantire un presente e un futuro dignitosi.
Nasce con questo obiettivo il progetto Beyond Stillness, che sarà presentato domenica 5 ottobre, alle ore 11.00, al Festival Internazionale a Ferrara, nel corso dell’incontro Tra immobilità e speranza, in programma al Ridotto del Teatro Comunale.
L’incontro sarà l’occasione per riportare i riflettori su una delle più gravi crisi migratorie e umanitarie al mondo, con: Antonio De Matteo, attore, fotografo e ambassador di Oxfam Italia; Francesco Chiacchio, illustratore; Emilia Romano, presidente di Oxfam Italia; Irene Panozzo, analista politica e la moderazione di Francesca Sibiani, giornalista di Internazionale.
In Beyond Stillness la quotidianità della vita dei profughi a Gambella è stata ritratta attraverso gli scatti di Antonio De Matteo, Maheder Haileselassie e Petterik Wiggers.
Immagini che descrivono una condizione di immobilità, attesa, voglia di riscatto e pace su cui intervengono le illustrazioni di Francesco Chiacchio con l’obiettivo di rompere la staticità per restituire forma a sogni, ricordi e testimonianze: trasformando le fotografie in narrazioni vive, a comporre un racconto corale che va oltre l’immobilità e restituisce voce, dignità e umanità.
“Nel 2017 io e mio marito siamo fuggiti dal Sud Sudan a causa della guerra. Ci siamo persi durante il caos di quei momenti, ritrovandoci solo dopo giorni in un insediamento per sfollati. Quel viaggio mi ha portato via tutto: mio zio è stato ucciso e mio figlio è morto a causa di una malattia”.
Così Ngakutoth Biel, 29 anni, madre di tre figli in attesa del quarto, racconta la sua storia, tra le più toccanti ritratte in Beyond Stillness: il suo viaggio fino in Etiopia, dove all’inizio si ritroverà a vivere in una tenda di fortuna in mezzo a mille difficoltà. Fino all’incontro con Oxfam che lavora a Gambella – in stretto coordinamento con l’UNHCR, il Refugee & Returnee Service (RRS) e in collaborazione con altre organizzazioni umanitarie – per garantire agli sfollati acqua pulita, beni di prima necessità e un rifugio.
“C’è un’umanità invisibile ai nostri occhi: più di un milione di rifugiati al confine tra Etiopia e Sud Sudan dipende dagli aiuti per sopravvivere, in una crisi di cui non parla nessuno. Abbiamo ritenuto fondamentale trovare un modo diverso e originale per raccontare le loro storie anche al pubblico italiano. – spiega Emilia Romano, Presidente di Oxfam Italia – Ogni giorno lavoriamo a Gambella per garantire acqua sicura e servizi di base, formando le comunità locali perché possano gestirli nel tempo. Portare l’acqua più vicina significa proteggere le donne dai rischi lungo i tragitti, migliorare la salute dei bambini e aprire la strada a un futuro più dignitoso”.
“Nonostante siano storie cariche di dolore e difficoltà, allo stesso tempo sono forti testimonianze di speranza, di resilienza. – aggiunge Francesco Chiacchio – Io ho seguito le loro parole come se fossero delle impronte, poi mi sono seduto al tavolo ad ascoltare. E forse è proprio questo che ci ricordano certe storie: l’importanza dell’ascolto, della condivisione, del fare comunità”.
“Quando vedi una madre percorrere chilometri con un bambino in braccio per raccogliere un secchio d’acqua, capisci davvero cosa significa lottare ogni giorno per sopravvivere. – conclude Antonio De Matteo – Raccontare storie, è il mio modo di dare voce a realtà che altrimenti rimarrebbero nell’ombra. L’obiettivo è sensibilizzare le persone affinché non si dimentichino di queste crisi spesso trascurate dalla comunità internazionale”.
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