22 Luglio 2020

Emergenza Coronavirus: gli extra profitti delle corporation per cure, vaccini e trattamenti per tutti

 

Nel 2020, secondo le stime, 17 delle 25 top-companies USA nel settore farmaceutico, dell’informatica e del credito realizzeranno oltre 85 miliardi di dollari di utili extra rispetto alla media 2016-2019. Il 99% degli utili netti è destinato a remunerare azionisti e ricomprare azioni, mentre si accentuano le disuguaglianze sociali, economiche, etniche e di genere

Mentre a causa del Covid-19, il mondo sprofonda nella peggiore crisi economica mai vissuta dal secondo dopo guerra, alcune multinazionali fanno profitti da capogiro, arricchendo i già ricchi e accentuando ulteriormente le disuguaglianze esistenti: secondo le stime, saranno oltre 85 miliardi i profitti in più realizzati in piena pandemia in tutto il mondo da 17 delle 25 top-companies USA del settore farmaceutico, dell’informatica e del credito.

In Pandemic Profiteers Exposed, il nostro nuovo studio pubblicato oggi, si stima che 17 delle 25 più grandi aziende americane, incluse Microsoft, Johnson & Johnson, Pfizer e Visa, nel 2020 sono proiettate a realizzare 85 miliardi dollari in più rispetto alla media dei 4 anni precedenti. Se i dati del primo trimestre venissero confermati per tutto l’anno, il 99% dei profitti netti verrebbero destinati alla esclusiva distribuzione dei dividendi agli azionisti o ad operazioni di buyback azionari: non a investimenti produttivi o al miglioramento delle retribuzioni dei propri dipendenti. In un contesto già fortemente diseguale, questa politica aziendale rischia di ampliare i già drammatici divari economici negli Stati Uniti.

Solo 32 centesimi su 10 dollari di profitti in eccesso vanno alle comunità nere e ispaniche

Si stima che all’1% più ricco degli americani (che possedeva, a inizio 2020 il 52% dei titoli azionari statunitensi) andrà ben oltre la metà degli 85 miliardi di extra-profitti realizzati dalle imprese, mentre al 90% più povero degli americani andrà solo il 12%. Ben 9 dollari su 10 degli extra profitti generati dalla pandemia finiranno per remunerare investimenti di americani bianchi, mentre solo 32 centesimi si stima che finiranno a beneficio delle comunità nere e ispaniche. Sul fronte del divario di genere pesa una distribuzione squilibrata in partenza della ricchezza finanziaria tra uomini e donne: a ogni dollaro investito in equity dagli uomini corrispondono oggi appena 47 centesimi investiti dalle donne americane.

Una tassa potrebbe garantire test, cure e vaccini contro il Covid-19, a tutto il pianeta

In questo contesto chiediamo l’introduzione temporanea negli Stati Uniti di una tassa sugli extra profitti generati dalla pandemia, sul modello di quella sperimentata sui profitti di guerra negli anni ‘40. Un’imposta che non riguarderebbe le piccole e medie imprese in difficoltà, ma solo quelle società che negli ultimi mesi hanno realizzato in media utili maggiori rispetto a quelli del periodo precedente alla pandemia.

Con questo strumento si potrebbero ricavare ben 80 miliardi di dollari da sole 17 multinazionali che pur avendo sede negli USA generano profitti in tutto il mondo. Risorse che potrebbero essere usate per contenere la pandemia da Covid-19 e porre un argine alle enormi disuguaglianze che l’emergenza sta accrescendo ovunque. Secondo le stime di Oxfam infatti, il ricavato sarebbe sufficiente a finanziare lo sviluppo e la distribuzione di test, terapie e vaccini gratuiti per tutti, a livello globale.

Tale misura, eccezionale e temporanea, dovrebbe poi essere affiancata da riforme strutturali e sostanziali della fiscalità internazionale d’impresa per fermare la concorrenza fiscale dannosa tra gli Stati, anche nell’Unione Europea, e contrastare l’elusione fiscale, che depriva di risorse preziose i bilanci degli Stati, chiamati oggi a fare i conti con la più grande emergenza economica e sociale dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

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