La Striscia di Gaza è uno dei territori più densamente popolati al mondo, abitato da oltre 2 milioni di persone. Dal 2007 è soggetta a un blocco terrestre, marittimo e aereo imposto da Israele, con forti restrizioni alla circolazione di beni e persone. La situazione è peggiorata drasticamente a partire dal 7 ottobre 2023, con l’escalation del conflitto tra Hamas e Israele che ha causato una crisi umanitaria senza precedenti.

Com’è la situazione a Gaza oggi?
Dall’inizio dell’offensiva militare israeliana, Gaza ha subito bombardamenti continui, la distruzione di intere città e oltre 48.000 vittime palestinesi (dati aggiornati a marzo 2025). A Gaza Nord e Rafah il conflitto ha ridotto del 93% la disponibilità di acqua. Secondo Oxfam, oltre 700.000 persone vivono senza accesso diretto all’acqua, con infrastrutture idriche e sanitarie distrutte e un altissimo rischio di epidemie.
Anche la distribuzione di cibo è al collasso: secondo il Food Security Cluster, più di un milione di persone rischia di non ricevere pacchi alimentari a marzo. Gli ospedali sono in condizioni critiche, con mancanza di ventilatori, incubatrici e farmaci salvavita, mentre il personale sanitario lavora spesso senza elettricità, strumenti o stipendio.

Chi governa la Striscia di Gaza?
Nonostante la Striscia di Gaza sia controllata dal movimento Hamas dal 2007, il potere effettivo è condizionato dal blocco israeliano e dalla pressione internazionale. L’Autorità Palestinese, che governa in Cisgiordania, non esercita il controllo sulla Striscia.
Chi vive nella Striscia di Gaza?
Oltre 2 milioni di persone, per la maggior parte rifugiati e discendenti dei palestinesi sfollati nel 1948. Il 50% della popolazione è composta da bambini. Oggi, circa 1,9 milioni sono sfollati interni, molti dei quali vivono in tende, rifugi di fortuna o scuole trasformate in centri di accoglienza.

Cosa sta succedendo alla Striscia di Gaza?
La devastazione è sistemica. Sono stati distrutti 1.675 km di infrastrutture idriche, l’85% degli impianti di desalinizzazione, il 67% dei pozzi comunali. Secondo Oxfam, 130.000 m³ di acque reflue vengono ogni giorno scaricati nel terreno, contaminando la falda acquifera e il mare. Le malattie infettive sono in aumento: diarrea acuta, infezioni respiratorie, scabbia e poliomielite minacciano la salute pubblica, in particolare dei bambini.
La chiusura dei valichi per 17 giorni a partire dal 2 marzo 2025 ha bloccato l’ingresso di forniture mediche, cibo e carburante. In tutta la Striscia si registrano prezzi alle stelle e la popolazione è costretta a cucinare bruciando rifiuti. Interi quartieri sono stati rasi al suolo, mentre le scuole, le strutture agricole e i centri sanitari sono distrutti o gravemente danneggiati.

Cosa puoi fare oggi per Gaza
Oxfam è presente a Gaza insieme ai partner locali per fornire acqua potabile, supporto sanitario, cibo e kit igienici. Nonostante gli ostacoli, stiamo cercando di ripristinare le reti idriche, distribuire kit salvavita e supportare le famiglie con beni di prima necessità.
Ma servono più aiuti e servono subito. La comunità internazionale deve garantire il cessate il fuoco permanente e l’ingresso senza restrizioni degli aiuti. Anche tu puoi fare la differenza:
- Dona ora per sostenere la risposta umanitaria di Oxfam
- Firma l’appello per chiedere un accesso umanitario senza ostacoli
- Diffondi l’informazione, perché il silenzio è complice